Per districarsi tra scadenze e adempimenti al titolare di micro e piccole imprese servono 238 ore l’anno, 56 ore in più rispetto alla media dei Paesi Ocse. Lo sottolinea un’indagine di Confartigianato.
Alcuni esempi. Per ottenere l’autorizzazione ad installare una tenda esterna ad un laboratorio artigiano in centro storico occorrono: autorizzazione comunale (SCIA), documento valutazione dei rischi e relativi allegati tra cui in alcuni casi anche accertamento compatibilità paesaggistica, autorizzazione paesaggistica… per un totale di 1,42 chili di documentazione da presentare su carta e su supporto magnetico. Costo per prestazioni professionali circa 1.500 euro.
Per una pratica di sportello unico per inizio attività di fabbro ci si scontra invece con una realtà se possibile peggiore: relazione tecnica sul ciclo produttivo, relazione impatto acustico previsionale e definitivo, autorizzazione emissioni in atmosfera, autorizzazione agli scarichi, valutazione dei rischi… il tutto in duplice copia per un totale di 1,95 chili di carta e costi professionali per circa 5.000 euro.
E se il fabbro volesse assumere un apprendista? Bisogna aggiungere altri 2.500 euro relativi ai seguenti ulteriori adempimenti: corso da responsabile della sicurezza di 48 ore; corso per primo soccorso da 16 ore; corso antincendio da 8 ore; corso da tutor da 16 ore; predisposizione di un Documento per la valutazione rischi che deve contenere: fonometria fatta da un tecnico, esame vibrazioni fatto da un tecnico, analisi sostanze chimiche e polveri presenti nell’ambiente di lavoro fatta da un tecnico, altri adempimenti che possono variare a seconda delle attrezzature utilizzate e delle lavorazioni effettuate nel laboratorio; predisposizione del Piano operativo della sicurezza per ogni cantiere in cui la ditta lavora; adempimenti per l’apprendista: corso sulla sicurezza da 16 ore; corso per apprendista da 120 ore da ripetere tutti gli anni; visite mediche periodiche.
Confartigianato – afferma Rosa Gentile, dirigente nazionale e regionale Confartigianato – apprezza i contenuti del Decreto legge all’esame del Parlamento ma auspica sia arricchito da ulteriori misure ispirate ai principi di semplificazione contenuti nella legge delega di riforma del sistema fiscale approvata in questi giorni dalla Camera: riordino in testi unici di tutte le disposizioni fiscali per tipologia di soggetto, stabilità delle disposizioni che impongono adempimenti fiscali, non retroattività delle disposizioni tributarie e “costituzionalizzazione” dello Statuto del contribuente.
Inoltre, a giudizio di Confartigianato, dato che la fatturazione elettronica consente un controllo puntuale delle singole posizioni dei contribuenti, è indispensabile abrogare una serie di onerosi e inutili adempimenti a carico delle imprese, come il regime IVA dello split payment e del reverse charge in edilizia, la ritenuta applicata sui bonifici che danno diritto a detrazioni d’imposta, l’obbligo di comunicazione delle liquidazioni periodiche Iva, l’obbligo di rendere pubblici i contributi ricevuti dalla Pa.
Confartigianato sollecita altresì lo spostamento definitivo al 20 luglio del termine per il versamento delle imposte per i contribuenti per i quali sono elaborati gli Indicatori di affidabilità fiscale, l’abrogazione dell’intera disciplina delle società di comodo, semplificazioni in materia di dichiarazione Irap modifiche alla disciplina in materia di esterometro.
Chiediamo alla politica – dice Gentile – se sia possibile ripensare ad un sistema di tassazione più conforme alle caratteristiche strutturali delle micro, piccole e medie imprese e, soprattutto, se si riuscirà in tempi ragionevoli a raggiungere la tanto sospirata semplificazione fiscale. Riduzione della pressione fiscale e maggiore semplificazione sono certamente due degli obiettivi che chiediamo al Governo per permettere di rilanciare le nostre aziende. Bisogna lavorare a normative che creino ricchezza, favorendo l’attività delle piccole e medie imprese, vera ossatura economica del nostro territorio.