Calamità naturali e prezzi shock della frutta, drupacee in modo particolare. Confagricoltura Basilicata: «Metapontino al collasso: randinate e quotazioni più che dimezzate di pesche, nettarine, albicocche e susine. Aziende agricole in uno stato di difficoltà estremo.
Necessaria l’attuazione di un piano frutticolo nazionale suddiviso per comparto e areale; necessari correttivi alla programmazione dell’offerta. Di seguito la nota integrale.
« Si rischia l’abbandono delle campagne e dell’attività agricola se non si riesce a dare alle aziende agricole un supporto fattivo e concreto». E’ il Presidente di Confagricoltura Basilicata, Francesco Paolo Battifarano a lanciare l’allarme, decisamente in linea con quello lanciato da Confagricoltura Emilia Romagna.
La situazione nelle due regioni, come del resto in gran parte dell’Italia, è del tutto simile dato che il bilancio della campagna drupacee dei produttori di pesche, nettarine, albicocche e susine, si chiude quest’anno con perdite medie che vanno dal 40% al 50%. «In un anno i prezzi delle albicocche – ad esempio – si sono più che dimezzati passando da 45-60 a 20-35 centesimi.
La mancata vendita ed i prezzi di mercato irrisori, pochi centesimi al chilogrammo in campagna appunto, gettano sul lastrico intere famiglie contadine ed un territorio, quale quello metapontino, a forte vocazione agricola.
Allo scenario piuttosto nero bisogna aggiungere anche i ripetuti eventi calamitosi, in modo particolare la violenta grandinata del 12 maggio 2019.
Una crisi di mercato senza precedenti che aggrava drasticamente la situazione di un settore, quello agricolo, che rappresenta la prima fonte di reddito diretto non solo per un territorio, quello metapontino, ma anche per l’intera regione. Si tratta di crisi economica – costi di produzione superno abbondantemente i ricavi – e conseguentemente finanziaria – dato che le aziende risultano indebitate sia per non riuscire a coprire i costi di produzione, sia per non riuscire ad ammortizzare gli investimenti fatti.
L’istituzione di un tavolo tecnico nazionale risulta essere di vitale importanza per la sopravvivenza dell’intero comparto.
E’ necessario intervenire immediatamente adottando, nel breve periodo, misure straordinarie ed urgenti che diano ossigeno e liquidità alle aziende: si pensi ad esempio alla sospensione delle rate dei mutui agrari, alla sospensione ed allo sgravio del pagamento degli oneri contributivi Inps, alla sospensione ed allo sgravio degli oneri consortili per l’uso dell’acqua di irrigazione, all’ abbattimento del costo del carburante agricolo oltre che a sgravi previdenziali e fiscali.
Ma allo stesso tempo c’é bisogno di interventi strutturali per il medio-lungo termine con correttivi ai piani produttivi e alla programmazione dell’offerta, partendo naturalmente dal fissare un prezzo minimo di vendita dei prodotti agricoli, in relazione a specie e calibro, che paraggi i costi di produzione e permetta di ridare dignità all’attività di impresa agricola ed al lavoro dell’agricoltore.
L’istituzione, in sostanza, di un piano strategico nazionale che porti ad una mappatura delle produzioni italiane, all’istituzione di un catasto frutticolo che possa fornire una situazione chiara e puntuale del potenziale produttivo dell’ortofrutta italiana.
Una programmazione di specie e varietà, anche in relazione alla vocazione e/o alle caratteristiche microclimatiche dei territori, per contrastare il fenomeno della sovrapproduzione.