Per le albicocche del Metapontino non è una stagione eccezionale per le quantità; in questi ultimi giorni le grandinate (sia pur lievi) hanno inciso anche sulla qualità estetica di molte partite (naturalmente le varietà più tardive). A sottolinearlo è una nota dell’Agia-Cia. Il problema principale è quello dei prezzi: secondo le quotazioni rilevate dall’ Ismeasui mercati del Metapontino, la quotazione media è di 0,88 euro al kg. con contrazione di meno 14% in una settimana. Comunque l’offerta dal soddisfacente profilo qualitativo sia in termini di colorazione che per proprietà organolettiche immesse sul mercato hanno incontrato l’interesse della domanda che ne ha permesso una fluida collocazione.
RudyMarranchelli a nome dei produttori della Cia sottolinea che “il destino delle albicocche è legato non solo a logiche di mercato. Le abbiamo provate tutte: dalle varietà “colorate” francesi e spagnole, a quelle che hanno permesso un calendario di maturazione sempre più ampio, con varietà molto precoci e molto tardive. Oggi l’innovazione sull’albicocco è importante per introdurre processi tecnologici e pratiche agronomiche in grado di mitigare i problemi climatici, contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2 (l’università ha fatto molto in questo senso) e certificare le nostre produzioni. In sintesi importante l’aspetto varietale, che da solo si sta dimostrando non sufficiente a garantire il successo della coltivazione dell’albicocco. Altri fattori sono: materiale di propagazione certificato; utilizzo di portinnesti idonei alle diverse condizioni pedoclimatiche; valorizzazione delle risorse genetiche locali; uso razionale della risorsa idrica; adozione di razionali pratiche. Infine, investire sulla territorialità e l’immagine di cultivar italiane da legare alla storia e alla cultura di un territorio. Serve una vera filiera del trasferimento delle conoscenze –continua Marranchelli- in grado di concludere il proprio ciclo virtuoso migliorando le performance ambientali delle aziende agricole e capace di proporre strategie di comunicazione in ottica di ecodesign”.
Per la Cia “buona è l’iniziativa di una linea premium della Coop.Trisaia, che nell’albicocco vede il core business aziendale. Alla Coop. Trisaia oltre che l’aspetto si guarda anche la sostanza, la certificazione GlobalGap (il protocollo garantisce produzioni sicure per il consumatore, tracciabilità, rispetto dell’ambiente, salvaguardia della salute dei lavoratori) rappresenta lo standard di produzione dei prodotti ortofrutticoli condiviso ed accettato dai maggiori gruppi della distribuzione europea. Quello che ci auguriamo – afferma Marranchelli – è che i tanti sforzi si trasformino anche in un giusto reddito per i produttori”.
Sono per la Cia problematiche comuni a tutti i produttori di albicocche. Le regioni più importanti per la produzione sono l’Emilia-Romagna, la Campania e la Basilicata che rappresentano ognuna circa il 25% della produzione nazionale. La stima produttiva della campagna albicocche 2015 che vede per l’Italia un dato medio prossimo al -7% rispetto all’anno precedente, è il risultato di una situazione molto diversificata tra le varie regioni.In Italia se ne producono in annate normali dalle 200 alle 250mila tonnellate. L’Italia è il quinto produttore al mondo di albicocche, dopo Turchia, Iran, Uzbekistan e Algeria.