La campagna olearia 2012-2013 in Basilicata si chiude con un decremento marcato di produzione pari a meno 23% (48mila quintali di olio rispetto ai 62.200 quintali dell’annata 2011-2012), una riduzione pari a poco meno del doppio di quella nazionale che in media è a quota meno 12%. E’ quanto rileva la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata che ha rielaborato, su base regionale, i dati ISMEA, in occasione dell’incontro del Gie-Gruppo di interesse economico olivicolo dell’Italia meridionale, svoltosi a Corigliano Calabro (Cosenza)
I produttori olivicoli della Cia – riferisce Paolo Carbone, responsabile Ufficio Economico Cia – continuano a manifestare le forti preoccupazioni per una crisi economica particolarmente difficile e duratura. Si pensi che nel giro di tre anni si è ridotta la superficie oliveta e persino il numero di frantoi in attività, oggi poco più di un centinaio su 143 di tre anni fa, mentre la quotazione Ismea al 14 aprile u.s. per l’extravergine d’oliva all’ingrosso (sul nostro mercato di riferimento che è quello pugliese) è pari a 3,21 euro al kg/l e a 2,58 euro al kg/l per il “vergine”. Al calo dei consumi, alla forte competizione internazionale, alla crescita dei costi e della burocrazia, alla impossibilità di accedere al credito si aggiungono anche problemi climatici e metereologici che abbattono le produzioni.
In questa situazione servono politiche incisive che temperino i problemi immediati e prefigurino scelte strategiche per il rilancio del settore.
In questi giorni il negoziato per la riforma della Pac è entrato nella fase decisiva. Una Pac che vede ridursi il budget destinato all’agricoltura di circa il 12 per cento rispetto alla attuale fase di programmazione.
E’ necessario che la riforma privilegi i veri agricoltori con misure che possano sostenere il loro reddito e favorire l’innovazione ed il ricambio generazionale. Occorre garantire che non ci siano bruschi tagli ai pagamenti diretti, con un passaggio graduale tra l’attuale situazione e quella a regime. Ma occorre soprattutto che sia riconosciuto il valore economico, ambientale e paesaggistico all’olivicoltura e che siano messe in atto politiche premiali per le imprese orientate al mercato ed impegnate per le produzioni di qualità.
Nello stesso tempo occorre che la Pac metta a disposizione degli agricoltori misure adeguate per favorire l’aggregazione del prodotto, l’innovazione dei processi e la gestione delle crisi. Occorre anche avere risorse adeguate per politiche di promozione, informazione ed educazione alimentare capaci di comunicare il valore nutrizionale e salutistico, oltre che organolettico, dell’olio extra vergine di oliva di qualità sul mercato nazionale, ma soprattutto su quello internazionale con particolare interesse per i grandi paesi emergenti.
Gli olivicoltori della Cia hanno ribadito l’importanza di una lotta efficace alla contraffazione del prodotto, alle pratiche scorrette che immettono sul mercato prodotto commercializzato come extra vergine italiano e che, spesso, non è italiano ne extravergine, creando forti danni a tutti gli olivicoltori e disaffezione nei consumatori. Ma è anche necessario una incisiva azione per la semplificazione amministrativa e per la riduzione del carico fiscale e dei costi di produzione, che riducono la nostra competitività sul mercato globale. Gli olivicoltori della Cia hanno sottolineato il loro impegno per la qualità, ma anche per costruire filiere efficienti con strutture aggregate (Op) più solide e gestite davvero dagli agricoltori, che senza inutili costi di intermediazione possano accedere direttamente sui mercati.
L’olivicoltura meridionale che continua ad avere una grande valenza ambientale e paesaggistica, deve tornare ad avere anche una grande valenza economica, capace di garantire reddito ai produttori e benessere indotto sul territorio. Auspichiamo – conclude Carbone – la rapida realizzazione del nuovo ‘Piano d’azione strategico’ europeo accompagnato da norme nazionali che siano migliorative per l’olivicoltura e per il mercato dell’olio. L’applicazione del piano comportera’ la modifica dei regolamenti comunitari che consentiranno una migliore tutela del prodotto europeo sul mercato come ad esempio una corretta etichettatura del prodotto, la valorizzazione del prodotto europeo di qualita’ e l’intensificazione dei Piani di controlli all’interno degli stati membri.
Apr 17