Nella campagna 2020 delle uve da tavola italiane le uve del Metapontino hanno un buon profilo qualitativo e quotazioni in linea con quelle delle piazze pugliesi. Secondo i dati Ismea al 2 ottobre scorso le quotazioni delle uve da tavola del Metapontino variano da un minimo di 0,40 centesimi/kg ad un massimo di 0,65 centesimi/Kg come nei mercati all’ingrosso di Taranto , Barletta e Foggia; solo a Bari la quotazione massima supera 1 euro/kg. Ad evidenziarlo è la Cia-Agricoltori di Matera sottolineando che la produzione risulta nella media degli ultimi anni, in quanto il calo di resa per ettaro registrato in alcuni areali, nonostante un andamento climatico non ottimale. Anno dopo anno, l’offerta si arricchisce di uve senza semi, particolarmente richiesta dai consumatori; infatti stanno aumentando sia gli ettari investiti, sia le varietà in produzione. Per quanto riguarda il mercato, la fase all’origine ha vissuto finora momenti differenti con prezzi altalenanti e non sempre giudicati soddisfacenti dai produttori, soprattutto in quelle situazioni caratterizzate da un livello di resa per ettaro medio-basso. Per Cia Matera è il solo problema di bassa remuneratività che si presenza ad ogni inizio campagna. Nella fase al dettaglio, invece – come conferma Ismea – le vendite sono procedute regolarmente agevolate da un profilo qualitativo buono e da un prezzo che – quest’anno – risulta particolarmente concorrenziale rispetto alle altre specie di frutta estiva, in particolare a pesche e nettarine, che spuntano prezzi alti a causa della scarsità dell’offerta. Per quanto concerne gli scambi con l’estero, si segnala un ottimo esordio della campagna di esportazione, non tanto dal punto di vista dei prezzi, in media al di sotto del 5,5% rispetto al primo semestre 2019, quanto per i quantitativi esportati che risultano in aumento del 35%. Le importazioni di uve di contro stagione e di primizie sono state in linea con quelle dell’ultimo triennio. La filiera italiana delle uve da tavola è fortemente orientata all’export e, in conseguenza di ciò, l’equilibrio economico del settore dipende fortemente dalla domanda estera. Sul fronte della qualità, attualmente l’offerta italiana è ancora incentrata su “varietà storiche” come Vittoria, Palieri, Italia e Red Globe e presenta una disponibilità di nuove varietà di uve seedless – sebbene in progressivo aumento negli ultimi anni – ancora non adeguata alla domanda. Per questo motivo le esportazioni italiane sono sempre più minacciate dai paesi produttori emergenti che sono in grado di guadagnare quote sui principali mercati di sbocco grazie a uve di elevata qualità, ben presentate e offerte ad un prezzo competitivi. Per Cia di Matera, l’attenzione va posta sulla tutela delle produzioni di grande qualità del Metapontino che nel giro di dieci anni sono passate da 192.000 quintali del 2008 (per una superficie di 820 ettari) a 120.500 quintali del 2018 (con una superficie dimezzata, di 474 ettari). Da segnalare l’ormai consueta “concorrenza sleale” di uva di provenienza estera venduta ai banchi di alcuni supermercati.
Ott 06