Maria Luisa Cantisani, segretaria regionale IdV, torna ad occuparsi delle difficoltà riscontrate dai pensionati lucani. Di seguito la nota integrale. I pensionati lucani sono tre volte penalizzati: sono i piu’ colpiti dalla crisi, in generale i piu’ tartassi tra quelli delle regioni d’Europa e i cittadini che percepiscono le indennità più basse in assoluto. Accade infatti che se con oltre 118 euro in meno al mese, sottratti ai consumi ed ai bilanci delle famiglie, un pensionato medio italiano perde 1.419 euro di potere d’acquisto rispetto al 2008, il 28,59% dei lucani è costretto a sopravvivere con 419 euro al mese, molto meno della metà della soglia di povertà assoluta di una famiglia di quattro persone (due adulti tra 18 e 59 anni e due ragazzi da 11 a 17 anni)! Una vera e propria ingiustizia che fa rivendicare una dignita’ sociale che lo Stato ha il compito di tutelare. Se a questo aggiungiamo la riforma Fornero, il peggio e’ fatto. Con quella riforma il colpo di grazia e’ arrivato non solo al mondo del lavoro ma anche al sistema previdenziale, gia’ pesantemente indebolito. Noi di Italia dei Valori stiamo portando avanti un progetto di legge per chiederne l’abolizione proponendo un nuovo piano del lavoro, come priorita’ nel nostro Paese. Basti pensare che un pensionato italiano e’ soggetto ad un prelievo doppio rispetto a quello spagnolo, triplo rispetto a quello inglese, quadruplo rispetto a quello francese e, infine, incommensurabilmente superiore a quello tedesco. Facciamo in modo che disuguaglianze di questo tipo possano sensibilmente ridursi a nostro vantaggio ed a quello soprattutto degli interessati che in Basilicata vivono nell’emergenza povertà. La Basilicata differisce parecchio dall’Italia. La parte della popolazione più debole è preponderante, la classe media – che altrove è il motore civile ed economico delle comunità – è compressa, la parte ricca è quasi inesistente. Nella manovra di bilancio 2014-2016 del Presidente Pittella ci sono – in proposito – alcune misure importanti per le politiche di coesione sociale e di sostegno al reddito: il rifinanziamento di altre cinque mensilità del COPES (Reddito di Cittadinanza Solidale) per 4,5 milioni di euro; i Piani Sociali di zona (20 milioni di euro per l’intero triennio) per mantenere i livelli di servizi socio-assistenziali specie per anziani e disabili. Ma sono misure ancora insufficienti a garantire la “dignità” delle persone più anziane perché siamo convinti che la Regione può fare di più per i servizi direttamente erogati, in primo luogo quelli socio-sanitari-assistenziali e per abbattere i costi delle bollette energetiche e dell’acqua, entrambe risorse prodotte nel nostro territorio.
Lug 02