Vigilare sul sottocosto e sui cibi lowcost dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi se non l’illegalità o lo sfruttamento. E’ il monito lanciato da Coldiretti Basilicata nel corso del convegno dal titolo “Agromafie e caporalato: le aree del sud Italia a rischio caporalato e sfruttamento lavorativo in agricoltura” organizzato nell’azienda sperimentale Pantanello di Metaponto di Bernalda. Tra i relatori della tavola rotonda, introdotta da Piergiorgio Quarto, presidente regionale di Coldiretti Basilicata e moderata da Aldo Mattia, direttore regionale di Coldiretti Basilicata , Stefano Olivieri Pennesi, capo Ispettorato territoriale del lavoro di Basilicata, Cataldo Motta, già procuratore Dda di Lecce, e Romano Magrini, capo area gestione del personale, lavoro e relazioni sindacali di Coldiretti nazionale. “Grazie al confronto odierno con gli oltre 400 imprenditori presenti, abbiamo cercato di mettere a nudo il tema del caporalato nonché quello del lavoro sommerso, piaghe che danneggiano l’intero settore, i lavoratori e le imprese oneste che hanno scelto la via della legalità e si trovano a dover concorrere con chi ha invece ha preferito lucrare illecitamente sullo sfruttamento dei propri simili”, ha spiegato Quarto, nel corso del suo intervento. La Coldiretti, lo ricordiamo, ha fortemente voluto e sostenuto la legge per il contrasto al fenomeno del caporalato, rilevando, al contempo, come numerosi siano i prodotti alimentari che arrivano in Italia da aziende estere che non rispettano, tra le altre, anche le normative in materia di tutela dei lavoratori. “Siamo convinti che il contrasto al lavoro nero e a chi lo organizza in agricoltura e comunque in qualsiasi settore, debba diventare una priorità sia per le organizzazioni di produttori, sia per il sistema imprenditoriale onesto,ma soprattutto per tutte le forme di governo esistenti sul nostro territorio, regionale e nazionale” ha aggiunto Aldo Mattia, direttore regionale di Coldiretti Basilicata, per il quale “ è necessario intervenire in modo drastico affinché tutti,la politica , la società civile sappiano fare i conti una volta per tutte con il caporalato e con le pratiche offensive della dignità umana ad esso connesse e abbandonato scorciatoie varie solo apparentemente convenienti . Pertanto da qui parta il grido d’allarme, ma soprattutto la convinzione di adoperarsi per trovare soluzioni a favore e a sostegno del settore economico più esposto; l’agricoltura”. Tra gli interventi più attesi quello del procuratore Gian Carlo Caselli, presidente del Comitato Scientifico della Fondazione “Osservatorio Agromafie” che ha ribadito come agromafie e caporalato siano declinazioni del più ampio tema della legalità.“Discuterne è essenziale per puntare ad una migliore qualità della vita, attraverso la tutela di diritti fondamentali come la salute, la sicurezza e la dignità del lavoro – ha evidenziato Caselli – per questi motivi sono ben lieto di essere stato tra i relatori del convegno”.
Caporalato, nota Pietro Simonetti, Presidente Coordinamento politiche migranti della Regione Basilicata
“Sono utili e positive le indicazioni emerse dal convegno svolto stamani su agro-mafie e caporalato organizzato da Coldiretti a Bernalda.
L’agromafia è l’azione criminale del caporalato in tutto il territorio nazionale ed in particolare nel sud danneggia gravemente i lavoratori ed i produttori. Le recenti iniziative delle catene di grande distribuzione, in alcuni Paesi del nord Europa, di revocare contratti di importazioni dalle aree italiane interessate dal fenomeno illegale segnano una fase di svolta che deve preoccupare e trovare risposte a tutti i livelli.
In questo contesto occorre rafforzare le iniziative degli organi amministrativi e delle parti sociali a partire dalle prossime settimane nelle aree del mezzogiorno maggiormente interessate allo sfruttamento dei lavoratori, in modo particolare i migranti, è alla presenza di ghetti dove prevale la gestione delle nuove forme di schiavitu’ e la tratta.
Gli ultimi interventi decisi dal governo con la nomina di commissario prefettizzi in zone come Rignano, Caserta e Piana di Gioia Tauro, la disponibilità di risorse della Ue per interventi urgenti per l’eliminazione dei ghetti, per l’alternativa abitativa, la realizzazione dei servizi a partire dai trasporti, sperimentati a Palazzo S. Gervasio, puo’ determinare quella svolta richiamata dalla Coldiretti e da tutte le parti sociali che deve concretizzarsi nei territori.
La Regione Basilicata sta lavorando con le altre Regioni, con Ministeri competenti e con le Prefetture per l’attuazione delle misure necessarie anche ricadenti dalle ultime normative e protocolli sottoscritti.
Occorre anche che le parti interessate definiscano i rinnovi contrattuali per la prossima campagna del pomodori con prezzi adeguati e mantengano gli impegni ad assumere regolarmente i lavoratori senza l’ausilio dei caporali.
L’esperienza lucana, presa a riferimento a livello nazionale sarà ulteriormente nutrita di ulteriori innovazioni che saranno definite nel tavolo regionale anticaporalato. ”