“L’ulteriore tassa di 5 centesimi prevista per il finanziamento della Protezione Civile in caso di calamità ci preoccupa molto perché, in assenza di altri provvedimenti del Governo, dimostrerebbe una volontà precisa da parte dell’esecutivo nel non disinnescare la corsa al rialzo dei prezzi alla pompa.” Questo è quanto afferma Giuseppe Stella Presidente regionale FITA CNA Basilicata. “Le nostre imprese sono in fortissima difficoltà e il prezzo del carburante, la crisi di liquidità fomentata dalle banche e da un generalizzato prolungamento dei tempi di pagamento da parte dei nostri committenti, deve poter trovare nell’azione del Governo non un ulteriore limite bensì segnali concreti che lascino sperare in un miglioramento. In tal senso, prosegue Leo Montemurro Segretario regionale, la CNA-Fita chiede al Governo Monti di intervenire tempestivamente su alcuni punti:
Carburante. Il Governo traduca in atti concreti le proposte contenute dalla nostra piattaforma di rivendicazione presentata nelle scorse settimane. Introduzione dell’accisa mobile, sterilizzazione dell’iva sulle accise e maggior impulso alla liberalizzazione della distribuzione carburanti.
Sistri. Si avvicina la scadenza del pagamento del contributo annuale. Un vero e proprio scandalo che anno dopo anno obbliga le imprese travolte da una crisi economica senza precedenti a dover pagare per nulla. Il Governo sospenda questo imbarazzante balzello e si impegni a trovare meccanismi di compensazione per recuperare i contributi già pagati.
Eco-bonus autostrade del mare. Questa crisi impone a tutti ma in primis all’esecutivo di fare tutto il possibile per liberare risorse utili alle imprese. Nel caso dell’eco-bonus ambientale destinato ad incentivare l’utilizzo delle autostrade del mare con riferimento al 2010 e al 2011 i fondi ci sono e tutto sarebbe pronto. Manca invece l’impegno del Governo affinché sblocchi nelle sedi opportune alcune obiezioni da parte delle istituzioni europee. Sarebbe grave in questa situazione perdere alcune decine di milioni già stanziati facendo mancare la nostra voce e rivendicazioni in Europa.