Anna Carritiello (segreteria regionale Uil – Commissione Pari Opportunità): “Buone politiche per le donne”. Di seguito la nota integrale.
Le parole pronunciate ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – “Il peso delle conseguenze della pandemia ha gravato su tutti ma il costo pagato dalle donne è stato particolarmente alto. Eppure durante la pandemia il ruolo delle donne nel contrasto del virus è stato particolarmente forte e intenso” – riaccendono l’attenzione sulla necessità di buone politiche per le donne.
– Prioritaria per le donne è l’indipendenza economica, attraverso cui si conquistano diritti ed autonomia da condizioni di subordinazione. Puntando all’obiettivo della piena occupazione delle donne, diventa primario un lavoro che sia in tutti i settori regolare e a tempo pieno, retribuito giustamente, regolato da normative chiare: è la prima leva per una vera autonomia dal bisogno e di emancipazione in contesti culturali arretrati. E’ fondamentale sostenere ogni forma di incentivazione e sostegno per l’occupazione femminile, a partire da quella nei sistemi che saranno più sostenuti dai fondi europei e che invece sono “gender blind” oltre che a più alta composizione maschile (innovazione tecnologica, green economy).
– La pandemia da Covid 19 ha messo in evidenza la fragilità di tutti i sistemi mondiali in termini di cura. La crisi “della cura” riporta all’attenzione l’urgenza di far emergere e regolamentare il lavoro, spesso non pagato, di assistenza e cura, che grava prevalentemente sulle donne, in tutto il mondo. Ovunque nel mondo al lavoro spesso già sottopagato o non pagato equamente si è aggiunto per le donne il carico dell’assistenza familiare. L’UE ha una occasione unica per essere propulsore di azioni efficaci per sostenere le donne, tra l’altro maggioranza assoluta tra le operatrici nel settore.
– Una considerazione su maternità e condivisione. I Paesi più avanzati hanno sistemi diversificati di riconoscimento e tutela, che vanno – nel nostro Paese – dal congedo obbligatorio, a quello facoltativo, a congedi parentali che si basano sul principio della condivisione della genitorialità e dei carichi di cura familiare. Ma perfino nel nostro Paese, che si ritiene molto avanzato, tali congedi sono insufficienti per quantità, pagati troppo poco e in quanto indennità la quota facoltativa è assai penalizzante ai fini previdenziali. Altri problemi tra loro collegati, quali da un lato la denatalità, che in Italia coinvolge anche le donne immigrate, e dall’altro le difficoltà di sostenere le nascite pensando alla genitorialità come un percorso condiviso, mostrano che c’è molto da fare, e che il sentiero è tracciato appena a matita. L’Europa può fare la differenza ed è un punto di riferimento da cui ci si attende una azione più efficace e coraggiosa.
– E’ indispensabile la presenza delle donne nei luoghi della decisione, soprattutto politica: se manca il punto di vista femminile l’analisi sarà monca e le decisioni sbagliate o non centrate. La partecipazione alla leadership di donne e ragazze è condizione imprescindibile per lo sviluppo dei Paesi. Particolarmente importante è la presenza delle donne nella programmazione digitale, da cui – se non si dà spazio anche al pensiero femminile – derivano pericolosi pregiudizi a catena, che sfuggono ad un occhio non esperto ma producono danni rilevanti per le donne.
– E’ necessaria l’adozione dell’ottica di genere a monte di una analisi o programmazione, durante l’azione per monitorarne l’efficacia e a valle, per verificarne gli effetti. Analisi e statistiche devono essere elaborate sempre disaggregando uomini e donne – altrimenti ci saranno due polli ma ci sarà sempre chi digiuna, e sarà difficile apportare correttivi in un contesto non chiaro. Resta fondamentale l’adozione di indicatori per la misurabilità e la corretta rilevazione degli avanzamenti concreti rispetto alla situazione delle donne ovunque nel mondo.
Con l’autorevole intervento del Capo dello Stato vorremmo immaginare un futuro più “roseo”, in tutti i sensi, di cui l’artefice possa essere una Europa attiva e consapevole, che contribuisca con il suo impegno a rendere la parità di genere sempre più collegata ai diritti ed alla pace.