Anna Carritiello, segreteria regionale UIL Parità di Genere: “La pandemia ha aumentato il divario di genere”. Di seguito la nota integrale.
La pandemia ha aumentato il divario di genere. Scende per la prima volta dal 2013 l’occupazione femminile. Secondo i dati del Bilancio di genere 2020, nell’anno dello scoppio della pandemia è scesa al 49%, un calo sentito di più tra le giovani, al Sud e nelle Isole. Penalizzate soprattutto le donne con figli: sono impiegate il 25% in meno delle coetanee senza figli. E’ evidente come le donne continuino ad essere l’anello debole e che l’auspicato ritorno all’occupazione a livelli pre-Covid è molto più complicato di quanto si possa pensare. In questo scenario la battaglia della Uil per il superamento delle differenze salariali tra donne e uomini nella nostra realtà è ancora più significativa e rappresenta l’altra faccia della “medaglia” della subalternità femminile. Il gap di stipendio tra donne e uomini è inaccettabile e va superato ma, in questo modo, come ha già sottolineato il Sindacato europeo, le distanze si colmeranno solo nel prossimo secolo.
L’adozione di misure vincolanti in materia erano state annunciate ma la direttiva che si vorrebbe varare è del tutto insufficiente e non risponde a quelle promesse. Il provvedimento, infatti, si applicherebbe solo alle aziende con oltre 250 dipendenti (50 in Italia) e così facendo i 2/3 dei lavoratori europei sarebbero esclusi dal monitoraggio. In particolare, in Italia solo il 21% delle lavoratrici e dei lavoratori sarebbero soggetti a trasparenza salariale. Sono anni che, insieme al Sindacato europeo, rivendichiamo azioni volte a garantire un’effettiva parità di genere e una concreta trasparenza retributiva: il divario tra uomini e donne non è più tollerabile. Ecco perché chiediamo alla politica un impegno forte per modificare questa inaccettabile e inefficace proposta di direttiva.