“Il clamore sorto di recente intorno alla cava di Monte Crugname riaccende i riflettori su un problema che Confindustria Basilicata da sempre evidenzia e cioè la certezza dei tempi nei procedimenti amministrativi. Il caso in esame, purtroppo, rappresenta uno dei tanti in cui un imprenditore, in base alla normativa vigente, decide di investire ingenti risorse umane e finanziarie in un progetto industriale, per poi ritrovarsi, dopo anni, a combattere contro valutazioni che nulla hanno a che vedere con il diritto o alcun limite oggettivo”.
Sono le parole del presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma, che ha così commentato la vicenda che interessa il Comune di Melfi.
“Senza voler entrare nel merito della protesta di parte della cittadinanza, è da biasimare l’atteggiamento di chi dovrebbe garantire e difendere il corretto operato della Pubblica amministrazione e invece sta alimentando uno spettacolo mortificante e paradossale, dopo cinque anni di attesa per un progetto che è stato redatto ottemperando a tutti gli obblighi di legge, seguendo tutte le prescrizioni imposte dagli organismi competenti, e ottenendo i pareri favorevoli da parte tutti gli enti preposti”.
Un fatto ancor più grave alla luce della situazione di difficoltà economica che stiamo vivendo, che dovrebbe portare tutti gli stakeholders a non avere pregiudizi ideologici, e la dirigenza regionale a velocizzare le procedure amministrative, sia in senso positivo che in senso negativo, garantendo certezze a chi, nonostante la complessa situazione, ostinatamente cerca di portare sviluppo e occupazione nella nostra regione.
“E’ bene ricordare – aggiunge il presidente – che l’assenza di certezza del diritto è una tra le maggiori cause di disincentivo agli investimenti. Come possiamo sperare che il nostro territorio risulti attrattivo se non siamo in grado di garantire regole chiare e certezza dei tempi? Se la pubblica amministrazione non sarà in grado di fornire esempi di linearità e celerità nelle decisioni, qualunque esse siano, anche le ingenti risorse previste dal PNRR e dagli altri fondi europei – conclude Somma – non saranno sufficienti per incentivare la nascita di nuove imprese”.