Cavallo (Cisl) e Fabrizio (Cisl Scuola): “Istruzione e formazione tecnica e professionale essenziali per sistema produttivo regionale. Per la Cisl serve un confronto a livello regionale per recuperare i ritardi accumulati rispetto al resto del paese e accompagnare i processi di transizione. Di seguito la nota integrale.
Le riforme in cantiere in materia di istruzione e formazione tecnica e professionale sono state al centro di un recente incontro tra il ministro Giuseppe Valditara e le organizzazioni sindacali nel corso del quale è stata anche annunciata l’attivazione di specifici tavoli tecnici per approfondire nel dettaglio i prossimi interventi. Per il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo e la segretaria generale della Cisl Scuola Basilicata Loredana Fabrizio «l’interlocuzione avviata con il ministero dell’Istruzione è un incoraggiante segnale circa la volontà del Governo di adottare, come più volte sollecitato dalla Cisl, un metodo improntato alla partecipazione e al coinvolgimento delle forze economiche e sociali, l’unico possibile per affrontare in modo efficace problematiche complesse che intersecano il mondo del lavoro con la filiera dell’istruzione: si pensi al crescente mismatch tra domanda e offerta di competenze, al numero sempre troppo alto di giovani che non lavorano e non studiano e al sempre allarmante fenomeno della dispersione scolastica, tutte questioni che inchiodano le regioni del Mezzogiorno in posizioni che sono ben lontane dalla media europea e da quella dei paesi Ocse».
«Pur riservandoci un giudizio più approfondito quando saranno resi noti i testi delle riforme prospettate dal ministro Valditara – proseguono Cavallo e Fabrizio – nel complesso consideriamo necessario raccordare in modo più funzionale il canale dell’istruzione tecnica superiore con quello dell’istruzione e formazione professionale regionale (IeFP, ndr), anche permettendo ai ragazzi che hanno completato il ciclo quadriennale di accedere agli ITS senza l’anno integrativo che, come è noto, non è programmato in tutte le regioni. Allo stesso tempo occorre intervenire per migliorare il raccordo tra istruzione e formazione tecnica e professionale e i sistemi produttivi locali avviando un serio confronto anche a livello regionale per recuperare i ritardi accumulati rispetto al resto del paese in termini di offerta nella consapevolezza che dalla riforma della filiera della conoscenza dipende larga parte della competitività dei moderni sistemi produttivi. Tuttavia, servono risorse adeguate per consentire al sistema integrato di istruzione e formazione di prendere slancio e di accompagnare i profondi processi di transizione che stanno interessando la nostra economia».
Tra le priorità indicate dalla Cisl anche lo sblocco del rinnovo del contratto della formazione professionale, scaduto da oltre dieci anni: «Se vogliamo recuperare il divario che ci separa dai nostri partner europei – osservano Cavallo e Fabrizio – dobbiamo partire dalla valorizzazione del personale docente che opera nel canale della formazione. Il sistema non si può reggere da solo con costi standard unitari per studente che nell’IeFP sono mediamente più bassi del 30 per cento rispetto al canale statale: serve pertanto un robusto intervento del Governo anche sul piano finanziario per fare della formazione professionale, non la sorella povera della scuola superiore, ma una concreta opportunità per tanti giovani e allo stesso tempo una risposta flessibile alle mutevoli esigenze delle imprese».