L’accordo siglato giovedì 22 dicembre dalle Regioni con il Governo che proroga per il 2017 l’attività dei Centri dell’Impiego, con il finanziamento che copre il personale a tempo indeterminato e gli oneri di funzionamento, dovrebbe essere di buon auspicio per i disoccupati lucani che, ovviamente, sotto l’albero di Natale avrebbero preferito trovare il lavoro. Lo sostiene il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi) aggiungendo che l’intesa sottoscritta prevede che le risorse finanziarie necessarie siano per due terzi a carico del governo e un terzo a carico delle Regioni. Ma – aggiunge – se in questo modo si dà una risposta alle legittime esigenze dei lavoratori impiegati nei centri per l’impiego,per garantire effettivamente un servizio fondamentale per i cittadini c’è bisogno che l’immissione di 1.000 unità aggiuntive di personale appositamente formato riservi una quota anche ai nostri Cpicome quelli di Matera, Policoro e Pisticci, che, insieme alle strutture di Potenza e di Matera degli Uffici del Lavoro, registrano un’antica carenza di personale, strumenti e mezzi.
Per Castelluccio constatato il fallimento del Programma Garanzia Giovani – a meno che si consideri un successo la semplice presa in carico dei giovani iscritti – si impone una riconsiderazione delle cosiddette politiche attive per il lavoro specie se si riferiscono ai giovani che il Ministro Poletti ha offeso con la sua frase (“’Fuga di 100mila giovani? Bene, conosco gente che è andata via e sicuramente il Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi. I 60 milioni che restano non sono tutti dei ‘pistola’…’). I giovani che non ci stanno ad essere “sbeffeggiati”– dice ancora Castelluccio – sono in fuga dal Paese ma anche dai Cpi e preferiscono rivolgersi a siti di annunci online o social network specializzati, oppure ai canali tradizionali, affidandosi al passaparola, lasciando il curriculum di persona o ai giornali di annunci. Serve dunque una strategia diversa per garantire un miglior funzionamento del mercato del lavoro e la creazione di occupazione di qualità, l’unica che possa stoppare la fuga dei cervelli”.
Secondo Castelluccio le responsabilità sono da distribuire a metà tra Governo e Regione. L’Italia, ha speso lo 0,03% del Pil in servizi per il lavoro rispetto allo 0,36% della Germania, allo 0,25% della Francia (dato al 2012) e allo 0,08% della Spagna. In termini di spesa per disoccupato e forze lavoro potenziali, si va dai circa 2.800 euro pro-capite spesi dalla Germania, ai 1.500 della Francia, ai 122 della Spagna e gli 84 dell’Italia. Ancora, l’ Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, annunciata dal precedente Governo Renzi come lo strumento strategico per fare la rivoluzione nel mercato del lavoro, a cominciare dal compito prioritario di riportare allo Stato le competenze sui centri per l’impiego che prima erano in capo alle Regioni, è ancora un oggetto sconosciuto.