sia della difficile situazione vissuta nel corso dell’emergenza sanitaria, sia del mondo dei ragazzi e degli adolescenti più in generale”.
Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi ha partecipato oggi pomeriggio a Rionero in Vulture alla cerimonia di premiazione del concorso per giovani videomaker “Non può piovere per sempre”.
“Abbiamo sostenuto con convinzione le attività dalla cooperativa sociale Iskra e del progetto Fami 2152 per l’integrazione di minori attraverso una comunità accogliente mettendo in campo iniziative necessarie non solo a favorire l’integrazione, ma anche a fornire, alla comunità intera, testimonianze autentiche.
Il concorso per giovani videomaker “Non può piovere per sempre” – ha dichiarato Bardi nel suo intervento – ci potrà offrire uno spaccato sia della difficile situazione vissuta nel corso dell’emergenza sanitaria, sia del mondo dei ragazzi e degli adolescenti più in generale. Il tutto filtrato dai giovani, tra questi anche gli ospiti delle strutture lucane di seconda accoglienza per minori stranieri non accompagnati.
Il diritto di un minore a crescere ed essere educato è tale sia quando vive nella propria famiglia, sia quando, per le vicissitudini della vita, è costretto a vivere in una comunità. Offrire loro una seconda famiglia – ha sottolineato il Presidente della Regione Basilicata – rappresenta uno degli obiettivi verso il quale devono essere indirizzati gli sforzi di tutti gli attori, pubblici e privati, che operano in questo settore.
Lo sviluppo di questi ragazzi sarà tanto più armonico, quanto maggiore è la capacità di tutti noi di comprendere e pianificare.
Ecco perché diventa importante realizzare attività di animazione territoriale con il coinvolgimento dei ragazzi. Tali iniziative servono a rafforzare la rete di dialogo tra Enti Pubblici e privato sociale, un territorio sul quale far crescere le occasioni di integrazione e socializzazione.
Il concorso per giovani videomaker “Non può piovere per sempre” rappresenta dunque un momento importante per favorire l’integrazione e valorizzare le competenze presenti tra i partecipanti, nonché la cooperazione nella realizzazione delle attività. “Fare cinema” significa innanzi tutto trasferire un messaggio. Ed è proprio il linguaggio dei giovani videomaker quello più adatto: diretto, essenziale, universale. Tra le altre cose, realizzare video è la modalità di espressione più efficace per i ragazzi e nello stesso tempo quella che ci consente meglio di compenetrarci nel loro mondo. Cimentarsi con la multimedialità è poi un’occasione di crescita e, in prospettiva, potrebbe rappresentare l’inizio di una specifica professionalizzazione. Nel chiudere questo mio intervento voglio fare i miei complimenti e gli auguri a tutti gli animatori e ai giovani partecipanti di questo concorso con la speranza che questa attività possa continuare e rafforzarsi offrendo ai nostri giovani occasioni per raccontare e raccontarsi”.