Anche quest’anno la Provincia di Matera si farà garante per le imprese nei confronti delle banche.
“Dopo il brillante riscontro ottenuto negli anni scorsi la giunta provinciale rinnova l’impegno nei confronti delle imprese che vantano crediti dall’Ente. In una delibera approvata recentemente – ha dichiarato il presidente della Provincia Franco Stella – abbiamo fornito indirizzi all’area finanziaria per la pubblicazione dell’avviso finalizzato a raccogliere le disponibilità degli istituti di credito che intendono sottoscrivere convenzioni con la Provincia per la cessione del credito pro soluto e/o pro solvendo. Uno strumento che la Provincia è in grado di assicurare forte di una solidità finanziaria che la rende credibile agli occhi delle banche che accettano, così, di anticipare le somme dovute dalla Provincia alle imprese che hanno eseguito lavori per la stessa.”
“Potere assolvere agli impegni assunti – ha dichiarato il presidente Stella, con delega alle politiche finanziarie e del bilancio – superando i vincoli imposti dal Patto di stabilità e salvaguardare così le imprese che vantano crediti dall’Amministrazione provinciale. Obiettivi necessari per impedire di concorrere alla involuzione del sistema imprenditoriale già pesantemente traumatizzato. Com’è noto, infatti, l’attuale normativa sul Patto di stabilità interno crea consistenti ritardi nella correntezza dei dovuti pagamenti per spese di investimento a favore di imprese che hanno svolto lavori appaltati dalla Provincia di Matera con fondi di provenienza regionale o con altri fondi provenienti dal ricorso al credito, comunque soggetti al patto.”
“Gli investimenti pubblici non possono venire meno, tanto per un motivo di responsabilità sociale nei confronti dei cittadini ai quali dobbiamo garantire servizi di qualità, – ha concluso il presidente della Provincia – quanto per quel ruolo di promotori dello sviluppo economico che siamo chiamati ad assolvere. Le rigide regole dettate dal patto di stabilità, che auspichiamo possa venire messo da parte, impongono il differimento dei pagamenti alle imprese pur in presenza di una significativa giacenza di cassa. Pertanto, nell’ottica di accorciare i tempi e sottoscrivere al più tardi nel mese di aprile l’accordo con le banche per questo 2013, abbiamo avviato da subito le procedure necessarie.”
VITA (PSI), SUPERARE PATTO STABILITA’ PRIORITA’ PER EVITARE FALLIMENTI DI IMPRESE
“Nelle prime votazioni per il Presidente della Camera il gesto dei deputati socialisti che, ieri venerdì, hanno scritto sulla scheda il nome di Giovanni Schiavon, l’imprenditore padovano che si è suicidato per i troppi crediti verso le pubbliche amministrazioni, ha un forte significato simbolico a sostegno della necessità improrogabile di rivedere il patto di stabilità per evitare che le imprese italiane falliscano per i crediti anziché per i debiti”. Lo sostiene Rocco Vita, capogruppo alla Regione Basilicata e presidente della Consulta Autonomie Locali della direzione nazionale del Psi.
Per Vita “oltre al pressing politico-istituzionale sul Premier Monti, bisogna agire sui tre livelli (quello europeo, quello romano e quello, naturalmente, regionale) per raggiungere risultati importanti anche in Basilicata. Ci sono alcune Regioni speciali, come la Sardegna, ed ordinarie come il Veneto che stanno lavorando per una propria legge regionale che alzi il livello del conflitto nei confronti di uno Stato ancora sordo alle istanze provenienti dai territori e, persino ai pronunciamenti della Corte Costituzionale. Tutto ciò mentre giovedì prossimo a Roma è prevista una marcia di sindaci, promossa dall’Anci che parla di ben 9 miliardi di euro “congelati”. Non si può non dare risposte immediate al mondo imprenditoriale: oggi la vera priorità e la vera novità che si deve introdurre è quella di far rientrare, fra i costi indifferibili, anche quelli alle imprese; è una condizione senza la quale la ripresa continuerà ad essere molto lontana. Pertanto, non vi è dubbio che bisogna spingere fino al superamento del patto”.
“I dati allarmanti della Confesercenti – aggiunge l’esponente socialista – dicono che nessuna Regione si salva dalla catastrofe del commercio. Secondo le proiezioni Confesercenti per il primo trimestre 2013, il saldo tra iscrizioni e cancellazioni di imprese nel commercio e’ negativo in tutta Italia, mentre nel 2012 in Basilicata ogni giorno hanno chiuso le saracinesche 2,6 negozi, per un totale di 975 ditte commerciali di cui 679 al dettaglio. Accanto alle richieste specifiche per il comparto rivolte a Regioni e Comuni di predisporre con urgenza un piano per salvare il commercio delle nostre citta’, studiando anche misure di supporto per chi si mette in gioco e scommette sul Paese, decidendo di aprire una nuova attività, è sempre la questione del Patto di stabilità che pesa come una spada di Damocle sul destino delle pmi che, in troppi casi, sono creditrici nei confronti della P.A. per servizi erogati. Penso che è proprio nel patto regionale, nel suo complesso e nella sua intelligente applicazione che si possano trovare rapide risposte, sia pure parziali e risorse disponibili sia pure non completamente adeguate e soddisfacenti. Penso anche ad altre forme più recenti di intervento alle quali offrire agevolazioni burocratiche e rapide autorizzazioni, mi riferisco soprattutto al project financing, per cui creare delle condizioni di agevolare dal punto di vista burocratico e rapide autorizzazioni potrebbero sicuramente portare un loro contributo, senza dimenticare naturalmente la spesa improduttiva che presenta ancora ampi margini di tagli e di conseguenza consente risparmi da indirizzare al sostegno dei programmi di rilancio delle pmi”.
DONATO DI STEFANO (PRESIDENTE CIA BASILICATA): “LA CAMERA 109 ANNI FA APPROVO’ UNA LEGGE SPECIALE ISTITUTIVA DELLA CASSA DI CREDITO AGRARIO. ED OGGI?”
“La Camera approva la legge speciale per l’istituzione della Cassa provinciale di credito agrario per la Basilicata con gli obiettivi: di fare anticipazioni di danaro, in attrezzi o in scorte ai Monti frumentari, alle Casse agrarie e ai Consorzi agrari; fare anticipazioni agli enfiteuti e alle Società Cooperative agrarie riconosciute, che abbiano intrapreso industrie agrarie o affini, purché le anticipazioni stesse servano esclusivamente alla costruzione di case coloniche, di stalle razionali, di strade poderali, di opere per provvedere i fondi di acqua potabile e irrigazione, ovvero a piantagioni legnose agrarie, a rimboschimenti, ad acquisto di bestiame, di strumenti di lavoro, di materie prime e in generale di scorte, o anche alla chiusura di muri e siepi dei terreni aperti; di fare anticipazioni ai proprietari e conduttori di terre per la costruzione di case coloniche e di stalle razionali”. Era il 23 febbraio 1904 e fu definita una legge “rivoluzionaria”. Dopo 109 anni ci ritroviamo a chiedere alla Camera e al Senato di oggi di occuparsi di credito agrario.
Il “credit crunch” nel settore primario ha raggiunto ormai livelli insostenibili, con tre imprese su cinque che denunciano difficoltà enormi nell’accesso a finanziamenti e prestiti. I dati Ismea diffusi ieri segnalano una flessione record di oltre il 22 per cento del credito agrario nel 2012, pari in termini assoluti a 613 milioni in meno assegnati nell’anno alle aziende del comparto.
Il valore delle erogazioni all’agricoltura scende in questo modo ai livelli più bassi dal 2008, con conseguenze devastanti per il settore. Le aziende già pagano il conto della crisi, dell’Imu e dei maggiori obblighi fiscali, dell’aumento dei costi produttivi e con la stretta creditizia (e i tassi di interesse sui prestiti molto più alti) non solo sono costrette a ridurre di netto gli investimenti e l’innovazione, ma fanno sempre più fatica a pagare salari e fornitori. Le conseguenze dell’assenza di liquidità sono chiare e drammatiche: molte aziende, soprattutto le più piccole, sono costrette a chiudere i battenti (in Basilicata ben 1.226 nell’ultimo anno).
Ma con il fiato sospeso per le vicende politiche nazionali, sul piano regionale e anche qui con il fiato sospeso in attesa di un rilancio operativo del Governo (regionale), siamo convinti che si debba e si possa fare presto, di più e meglio, tenuto conto che all’interno del PSR Basilicata 2007/2013 sono stati destinati a sostenere un Fondo di Garanzia oltre 15 milioni di euro, che per effetto del sistema moltiplicatore può sviluppare e sostenere oltre 150 milioni di investimenti.
E’ tempo di fare il punto delle misure messe in campo sinora e non a caso abbiamo sollecitato, dai tempi dell’assessore all’Agricoltura Viti (precedente legislatura), un tavolo tecnico specifico sul tema credito agrario.
Il Dipartimento Agricoltura ha presentato tre strumenti varati per il sostegno agli agricoltori per attivita’ quali il miglioramento fondiario, l’acquisto di nuove macchine, attrezzature e bestiame, la ricerca, la sperimentazione e l’innovazione tecnologica nell’azienda, la valorizzazione commerciale dei prodotti o la ristrutturazione del debito dell’impresa agricola. Due di questi strumenti servono ad agevolare l’accesso al credito e sono il Fondo di garanzia, gia’ operativo, mentre saranno resi operativi il Fondo Credito e la Lettera di garanzia. Quest’ultima, detta anche Gcard, e’ la principale novita’ in quanto consentirebbe alle imprese agricole di ottenere, prima di presentare una richiesta alla banca finanziatrice, il proprio ”merito creditizio” calcolato ai fini del rilascio della garanzia a prima richiesta. Si tratta di verificarne lo stato attuativo e soprattutto di costruire soluzioni e procedure condivise con le organizzazioni professionali per l’accesso al credito semplificate, a costi accessibili e vantaggiose.
La nostra associazione di giovani imprenditori (Agia) insiste sull’esigenza di validi strumenti che permettano alle aziende “under 40” di innovarsi e di competere efficacemente sui mercati. Superare i tempi lunghi della burocrazia e garantire finanziamenti adeguati allo sviluppo imprenditoriale. In Basilicata circa 16 milioni di euro saranno destinati al finanziamento delle 485 domande ammesse alle provvidenze del bando della Misura 112 del Piano di sviluppo rurale 2007-2013 per l’insediamento dei giovani agricoltori. Non basta. Per i giovani agricoltori resta sempre più difficile l’accesso al credito e senza di esso non c’è sviluppo. Gli “under 40” incontrano tanti ostacoli per ottenere prestiti indispensabili per la crescita delle loro imprese. E i problemi diventano ancora più complessi davanti a una richiesta di finanziamento pubblico: per ottenerlo passano in media quasi due anni, mentre soltanto i costi burocratici legati all’avviamento aziendale ammontano a circa 7 mila euro l’anno. E proprio i giovani agricoltori hanno oggi impellente bisogno di sostegni per innovare le imprese, per competere sui mercati.
Ecco perché è fondamentale rafforzare il rapporto con il mondo del credito, cercando anche nuove strade che favoriscano l’investimento dei risparmiatori sulle aziende agricole giovani. Si potrebbe, ad esempio, riprodurre il “crowdfunding”, quel modello già in uso in altri Paesi europei, in grado di dare all’imprenditore l’opportunità di accedere a un prestito senza passare dal sistema bancario. Insomma, una ristrutturazione del sistema di credito che permetterebbe di arrivare alla costituzione di una rete di esperti, costituita da tecnici e consulenti, perché senza credito non c’e’ sviluppo.
Donato Distefano, presidente Cia Basilicata
FORZA PRESIDENTE, AIUTATECI CON LE VOSTRE INI ZIATIVE A SOSTEGNO DEI DEBOLI IN QUESTO BRUTTO MOMENTO.E VERO CHE E DIFFICILE MA INSIEME AD ALTRI POLITI ED ISTITUZIONI POSSIAMO ANCHE NOI FARE ”DOMENICA” COME TANTI. GRAZIE.