“Bene la decisione del G20 dei ministri delle Finanze e della Salute di istituire una task force Finanze-Salute per promuovere il dialogo e la cooperazione globale sui problemi della preparazione e risposta alla pandemia. Ma bisogna accelerare: ci sono Paesi Europei vicini al 10% della popolazione che ha già ricevuto la terza dose di vaccino, rispetto all’8,5% della popolazione africana che ha ricevuto la prima dose”. E’ quanto dichiara il Presidente della Camera ItalAfrica Alfredo Cestari sottolineando che “la disuguaglianza nell’accesso ai vaccini anti Covid tra i paesi ricchi e quelli poveri continua ad aumentare. Se si guarda al ciclo di vaccinazione completo solo il 5,6% in Africa lo ha completato. I dati fanno riferimento al 26 ottobre e rivelano lo stato della disuguaglianza dei vaccini tra paesi ad alto e basso reddito, in particolare in Africa, e il Regno Unito accusato di accumulare vaccini a spese delle popolazioni più vulnerabili. Condividiamo e sosteniamo le dichiarazioni del direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità per l’Africa, Matshidiso Moeti: “Le azioni parlano molto più delle parole e i paesi africani hanno bisogno di date di consegna chiare in modo da poter pianificare correttamente la somministrazione dei vaccini”. “Il fatto che anche gli operatori sanitari in prima linea e gli anziani non siano ancora protetti in tutta l’Africa la dice lunga su come i governi dei paesi ricchi abbiano voltato le spalle al mondo”. Nello stesso continente africano vi sono grosse disparità interne: se da un lato ci sono paesi come le Seychelles dove l’80% della popolazione ha ricevuto almeno una dosa, dall’altra ci sono paesi come la Repubblica Democratica del Congo dove la percentuale è di appena dello 0,1. Per questo se si vuole realmente centrare l’obiettivo di vaccinare almeno il 40% della popolazione globale entro la fine di quest’anno, alla Dichiarazione finale sottoscritta dai Ministri della Salute del G20 deve seguire un cronoprogramma di intervento quanto più rapido ed efficace possibile. Ecco perchè dobbiamo formare il più in fretta possibile migliaia di operatori sanitari, affinché siano in grado di rassicurare la popolazione e abbattere l’esitazione vaccinale, gestire e amministrare le scorte di vaccini, somministrare le dosi in sicurezza. Noi – continua Cestari – ci poniamo l’obiettivo contestuale di rilanciare le attività produttive, lo scambio commerciale, i programmi che coinvolgono l’imprenditoria italiana ed europea in Africa centrale. La riapertura delle frontiere attraverso la ripresa dei voli internazionali ed intercontinentali, condizione fondamentale per tornare a connettere Europa ed Africa e quindi un passaggio necessario per riprendere la cooperazione con i Paesi degli altri continenti, deve coincidere con la riaccensione dei motori delle attività di cooperazione programmate, a partire dall’impegno Ue degli anni passati di investire in Africa 100 miliardi per aggiornarne gli effetti sul piano economico e sociale a seguito della pandemia”.