L’aumento complessivo nel porto di Taranto del traffico merci del 15,4 per cento, nei primi sei mesi di quest’anno, sino a superare il tetto di 8 milioni di tonnellate di merci, è un forte incoraggiamento ad accelerare l’operatività della ZES Jonica (Puglia-Basilicata) di cui il porto è la struttura strategica. E’ il commento di Alfredo Cestari, presidente della Camera ItalAfrica che è impegnata sul doppio fronte quello delle proposte di riforma-semplificazione delle ZES e di promozione-attrazione di investimenti dall’estero nell’area appulo-lucana.
Ma attenzione. Come evidenzia la Ministra per il Sud Mara Carfagna, impegnata a rilanciare le ZES, senza una organica implementazione ed un efficace sviluppo dei sistemi intermodali composti da porti-retroporti-interporti, insieme con gli aeroporti, le piattaforme logistiche e gli altri hub, sarebbe stravolta la chiave del funzionamento delle Zone Economiche Speciali che è legata a questa azione contestuale. Le ZES funzionano solo in presenza di una collaborazione tra il decisore politico, l’industria e le parti imprendotoriali e, al tempo stesso, lo sviluppo della logistica passa solo grazie ad investimenti pubblici e semplificazioni amministrative, come l’attuazione dello sportello unico doganale.
Noi di ItalAfrica partiamo dalle esperienze positive e consolidate negli anni delle Zes realizzate in ambito Ue ed extra Ue per indicare come rafforzare il ruolo strategico di queste aree a cominciare dalla ‘governance’. Ed è quello che il Ministro Carfagna intende fare – aggiunge Cestari – dando attuazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza puntando su maggiori poteri ai commissari. Si punta ad una reale semplificazione amministrativa, con un’autorizzazione unica rilasciata dai Commissari Zes ai quali la riforma assegnerà più poteri: saranno l’unico interlocutore degli investitori, presiederanno la Conferenza unica dei servizi e avranno una struttura di supporto propria.
L’altro nodo da sciogliere è l’infrastrutturazione. Anche su questo va dato atto di una svolta del Governo che ha messo a disposizione 600 milioni di euro destinati per l’infrastrutturazione delle Zes per assicurare, per queste aree, opere di urbanizzazione primaria e di connessione alla rete stradale e ferroviaria infrastrutture fondamentali. Senza strade, linee ferroviarie, interporto, aeroporto, e – aggiunge – la Basilicata continua ad essere l’unica regione italiana senza aeroporto, senza piattaforma logistica non sarà possibile chiedere a grandi e medi gruppi industriali esteri ed italiani di venire qui a localizzare attività produttive.
Come ItalAfrica in prosecuzione dell’attività riferita al Progetto Sud Polo Magnetico lavoriamo per l’ incremento della competitività delle imprese, sia in maniera diretta, attraverso la consulenza e l’assistenza tecnica per il sostegno finanziario agli investimenti, sia in maniera indiretta, attraverso azioni volte al potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali. Un’attività che si svolge in forma sinergica per offrire pari opportunità alle imprese che investiranno e quindi si localizzeranno in ciascuna delle quattro Zes del Sud”.
Ho letto – conclude Cestari – del progetto del Presidente Bardi di Zona Economica Speciale di nuova generazione 4.0 a Matera destinata ad ospitare industrie culturali e creative. Ancor prima di pensare ad altre ZES sia pure con obiettivi differenti sarebbe utile concentrarsi sulla ZES Jonica per recuperare il tempo perduto prima di pensare ad altre ZES sia pure con obiettivi differenti”.