Una “ricetta” per rilanciare il Mezzogiorno, ripopolare i Borghi del Sud, restituire vitalità ai territori spopolati è stata presentata a Taurasi, in provincia di Avellino, in un incontro con la presenza di imprenditori, rappresentanti istituzionali, sindacalisti, ricercatori, tra i quali Lorenzo Mazzeo “Mazzeo &Partners” Legal Advisor, Alfredo Carmine Cestari Presidente Gruppo Cestari, il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. Per Cestari è stata questa l’occasione per illustrare il progetto “Sud, Polo Magnetico” promosso dal Gruppo Cestari attraverso “Finance & Planning”, una società del gruppo che si occupa di consulenza specializzata nei finanziamenti italiani, europei ed internazionali. “Se un territorio si spoglia delle sue energie più giovani e produttive, e la migrazione Sud-Nord riguarderà nei prossimi decenni 14 milioni di persone – afferma il presidente Alfredo Carmine Cestari – è destinato a deperire”. Partendo, quindi, dall’attuale situazione del Sud “afflitto da bassa crescita economica, declino demografico, forte emigrazione, soprattutto da parte dei giovani e clima d’incertezza poco favorevole agli investimenti”, Cestari ha presentato in Irpinia come nei vari incontri che lo vedono impegnato in diversi territori del mezzogiorno la strategia del progetto pilota. Cinque le aree di intervento: agricoltura, Pmi, energia, infrastrutture, turismo. E su questo ultimo punto che s’incentra soprattutto la proposta, seguendo quelle che sono le indicazioni sia della Comunità Europea, sia del Mibact e che già alcune regioni come la Calabria hanno intercettato, che vedono protagonista in una riqualifica dei territori la valorizzazione e la rigenerazione urbana dei borghi, che parte dalla qualità di vita dei residenti, interessa un’offerta maggiore dei servizi e quindi si rivolge a quel mercato del turismo sempre più esigente e di nicchia. “In 5 anni – evidenzia il presidente – si può prevedere un arrivo di nuovi turisti tra i 100 mila e 1 milione di presenze che, con un soggiorno di 3-7 giorni e una spesa media di 300 euro a persona, porteranno un volume d’affari potenziale tra i 30 milioni di euro fino a 300 milioni di euro. Queste cifre, non sono solo legate al settore turistico, ma in generale a tutto l’indotto economico del territorio”. Il Progetto “Sud, Polo Magnetico” partendo quindi dalla rinascita dei borghi mira a: contenere i flussi in uscita; valorizzare i territori; incentivare i flussi in incoming; incrementare i flussi turistici; attirare over 60 dal nord Europa; attrarre l’imprenditoria giovanile; creare opportunità di visibilità verso i “nuovi ricchi” dall’Africa, dall’Asia e dall’America Latina; diminuzione della disoccupazione grazie all’indotto creato dal progetto (disoccupazione previsionale post-investimento: 6%). D’obbligo il passaggio alle agevolazioni previste dalla Finanziaria 2019 quali la FlatTax al 7% per i pensionati che prendono residenza nei borghi del Mezzogiorno; della presenza di una Zona Economica Speciale (ZES) presso le aree di aree selezionate per il progetto in modo da favorire la presenza di imprese e gli investimenti. Il presidente di Confindustria Boccia è partito dai drammatici dati diffusi dalla Svimez sullo spopolamento e la disoccupazione giovanile. «Rilanciare il Mezzogiorno, ripopolare i borghi del Sud, restituire vitalità ai territori spopolati» il tema del confronto, a cui Boccia ha dato la sua risposta. «Occorre creare lavoro per risolvere la questione sociale, favorendo anche benefici per i conti pubblici, per la competitività del sistema Paese e per la ripresa della fiducia tra operatori e investitori». Per Boccia, occorre investire sulle Aree Interne e sul Mezzogiorno, aggredendo la crisi sociale in profondità. Quanto al come, per il Presidente di Confindustria non ci sono dubbi. L’industria è il settore decisivo nel contesto economico mondiale, così come l’agroalimentare nel Mezzogiorno è un potenziale traino. Se al centro va messa la questione del lavoro, Boccia segnala che la tuttora possibile uscita del Regno Unito dall’Europa sposterà sul Mediterraneo l’attenzione degli investitori, mettendo il Mezzogiorno al centro del futuro scenario economico internazionale. Nel Mediterraneo anche l’Italia troverà la sua dimensione di potenza economica, se saprà aprirsi all’iniziativa industriale, assumendo nel contesto europeo la leadership strategica nel Nord Africa, nel Medio Oriente oltre che nei Balcani. Ma occorre una inversione di rotta.