Venerdì 22 dicembre 2017 le organizzazioni sindacali hanno indetto lo sciopero nazionale dei lavoratori della grande distribuzione. Il mancato rinnovo del contratto nazionale (scaduto ormai da quattro anni) tanto delle aziende associate a Federdistribuzione quanto a quelle della Distribuzione Cooperativa ha portato i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs a proclamare uno sciopero proprio nella settimana calda degli acquisti di Natale.
Ormai da 4 anni, le aziende della grande distribuzione organizzata associate a Federdistribuzione impongono unilateralmente l’applicazione di quello che a tutti gli effetti risulta essere un regolamento associativo, residuo del precedente contratto collettivo nazionale di lavoro terziario, distribuzione e servizi scaduto nel 2013. L’associazione datoriale, disconoscendo quanto garantito da disposizioni costituzionali in materia, non solo si rifiuta di definire un contratto collettivo nazionale di lavoro di settore, tanto da aver cessato ogni trattativa, ma continua a rendersi indisponibile anche ad applicare il rinnovo del contratto nazionale confcommercio del 2015, determinando per le lavoratrici e i lavoratori un danno sia dal punto di vista retributivo che contributivo.
Forte preoccupazione anche per il contratto nazionale della cooperazione, scaduto ugualmente da quattro anni. Nonostante i proclami di voler rinnovare il contratto nazionale, le cooperative pretendono di trovare una mediazione tutta sbilanciata a favore delle imprese, partendo da un insostenibile arretramento dell’attuale disciplina del trattamento di malattia. Il nuovo contratto che vorrebbero le Coop peggiorerebbe diritti e retribuzione a fronte di un aumento salariale complessivamente più basso di quello di Confcommercio.
Ad aggravare ulteriormente la difficile situazione contrattuale contribuiscono, infine, le tante vertenze che coinvolgono i gruppi e le imprese del comparto distributivo, le procedure di licenziamento collettivo, le disdette dei contratti integrativi aziendali, l’adozione unilaterale di nuovi modelli organizzativi, che, oltre ad avere determinato un preoccupante decremento occupazionale, hanno sancito un forte peggioramento delle condizioni di lavoro per decine di migliaia di lavoratori.
Dic 21