Cgil: “Grave atto di arbitrio del direttore Arpab, proroga per nove mesi bypassando quanto espresso dalla delegazione trattante”. Di seguito la nota integrale.
Dopo il tentato colpo di mano nel Consiglio regionale del 27 settembre scorso, quando con un emendamento dell’ultima ora si è tentato di prorogare fino al 30 giugno 2020 i contratti a somministrazione in Arpab, si consuma anche nella delegazione trattante dell’ente un ulteriore strappo.
Ancora una volta il direttore dell’Arpab, mistificando le diverse posizioni espresse dalle organizzazioni sindacali e delle RSU presenti e sulla base di una asserita maggioranza al tavolo, proroga arbitrariamente i contratti in somministrazione di ulteriori nove mesi, ovvero fino al 30 giugno 2020. E lo fa perfino provando a mettere il bavaglio alla CGIL nella verbalizzazione del proprio dissenso. Di qui la scelta di lasciare il tavolo, ritenendo che non fossero più garantite le condizioni per un confronto paritetico, al contrario di altre sigle che partendo da una posizione “fittiziamente” più arretrata hanno ritenuto di continuare a legittimare il tavolo.
La scelta del direttore dell’Arpab travalica le regole della contrattazione integrativa e del funzionamento stesso della delegazione trattante, configurando una vera e propria attività antisindacale. Al di là del merito delle questioni poste all’ordine del giorno della delegazione di ieri, si pone ancora una volta in Arpab un problema di rispetto delle regole e di legittimità degli atti conseguenti sul quale adotteremo tutte le necessarie iniziative presso le sedi competenti.
La FP CGIL e la RSU CGIL, con grande senso di responsabilità, nel rispetto della situazione di fragilità della condizione di tutti i lavoratori somministrati e nella consapevolezza che alcune attività istituzionali obbligatorie rischiavano di essere compromesse dalla risoluzione del rapporto di lavoro per i somministrati eccedenti la quota del 20%, porta una posizione di apertura e si dichiara disponibile a una proroga di sei mesi vincolata all’emissione di una serie di provvedimenti da parte dell’amministrazione. Provvedimenti che la direzione Arpab avrebbe già dovuto mettere in campo prima ancora di sedersi ai tavoli regionali e discutere di fabbisogni di personale confondendo questi ultimi con le esigenze di personale del progetto Masterplan.
Lo stesso tentativo di legare la deroga relativa ai rapporti di lavoro in somministrazione anche alle 80 unità a tempo determinato annunciate dall’assessore all’Ambiente per realizzare il Masterplan era assolutamente inaccettabile, considerato che la proposta formulata sul tavolo regionale del 23 settembre era per noi irricevibile, stante l’assenza a quel tavolo della CGIL.
Quanto accaduto rende evidente che la direzione Arpab considera secondario dare strutturalità all’agenzia e mette in luce quanto le dinamiche dell’Arpab sembrino ruotare esclusivamente intorno al Masterplan.
Quello che doveva essere un progetto di rilancio aziendale si è trasformato nella “Magna Carta” dell’agenzia, diventando sostitutivo di un’azione ordinaria di direzione dell’ente. La più volte denunziata grave penuria di personale della dirigenza e del comparto continua a non trovare una soluzione. Eppure in Arpab siamo fermi al piano dei fabbisogni 2018 – 2020 adottato nel gennaio del 2019 e continuiamo a far riferimento a una dotazione organica risalente al 2007.
A tutt’oggi non è stato adottato il nuovo piano dei fabbisogni 2019-2021 e solo di recente sono state avviate le procedure concorsuali riferite alle cessazioni intervenute nel 2018. È assolutamente necessario che venga adottato entro tempi brevi il nuovo piano dei fabbisogni del personale 2019-2020 utilizzando tutti gli spazi assunzionali rinvenienti dalle ulteriori cessazioni per bandire concorsi e assumere a tempo indeterminato le figure professionali necessarie in materia di controlli e di analisi di matrici ambientali ricorrendo a forme di reclutamento aggiuntivo di lavoro flessibile solo nei limiti consentiti dalla legislazione e dal contratto collettivo nazionale del lavoro. Non si può continuare a utilizzare la carenza di personale per derogare norme di legge e contrattuali.
L’Arpab non può trasformarsi in un’agenzia “precaria”, per puntare a un reale rilancio deve ritrovare una strutturalità organizzativa e di personale.