Le contestazioni e gli episodi di violenza nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici di Equitalia sono temi che verranno discussi nelle assemblee del personale convocate dalle organizzazioni sindacali lunedì 21 maggio, in tutte le sedi nazionali della società di riscossione.
E’ evidente che si sta mettendo in campo una strategia volta a utilizzare la pesante crisi economica, che sta attraversando il nostro Paese, ed il disagio sociale, che colpisce gran parte della popolazione italiana, per diffondere la “cultura della illegalità” e per indebolire nei cittadini il senso di appartenenza allo Stato e il rispetto delle leggi.
I lavoratori del settore della riscossione tributi svolgono, nel rigoroso rispetto delle disposizioni legislative, una funzione essenziale per garantire il rispetto di un principio fondamentale contenuto nella nostra Costituzione che è il pagamento delle tasse da parte di tutti: pagare tutti le tasse equivale a fare in modo che ci sia un buon andamento della vita ordinaria della società; quei lavoratori e quelle lavoratrici non rappresentano il “nemico”, bensì lo Stato che cerca, attraverso loro, di tutelare tutti i cittadini affinché “tutti paghino ciò che è dovuto”.
IL vero problema non sono coloro che cercano col loro lavoro di fare pagare le tasse, ma sono coloro che le tasse non le pagano per evasione, per un convinto sottrarsi ad un dovere di tutti che, se giustamente onorato, darebbe benefici alla società tutta.
L’evasione pesa su ciascuno di noi mediamente intorno ai 3.000 euro pro-capite; i lavoratori dipendenti, i pensionati e i cittadini onesti, nei fatti, pagano una tassa in più: la tassa sull’evasione che copre anche il costo di chi evade.
La funzione legislativa viene realizzata dal Parlamento: è in quel luogo che si possono emanare norme di legge adeguate per affrontare la gestione delle situazioni difficili in cui versano coloro che, a causa della drammatica crisi economica, le tasse non possono pagarle e per costringere a pagarle chi, invece, deliberatamente evade, ma è compito del Governo individuare specifiche misure per affrontare queste particolari situazioni: non possono da soli, e di proprio arbitrio, i lavoratori di Equitalia procedere in tal senso.
La pressione fiscale è diventata ormai insostenibile ed essa colpisce in maniera particolare i tassati alla fonte, cioè i lavoratori dipendenti e i pensionati; ed è diventata tale anche perché il livello di evasione ha raggiunto limiti devastanti e non più intollerabili.
Sono questi i motivi alla base della manifestazione sindacale del 2 giugno 2012 a Roma; una mobilitazione per sollecitare un taglio delle tasse per i lavoratori e pensionati e reclamare un sistema fiscale più equo che faccia pagare le imposte in base alla reale capacità retributiva, proprio come prevede la nostra Costituzione.
Paghi di più chi più ha e chi non ha mai pagato, questo il nostro slogan da tempo.
Con la quotidiana applicazione delle leggi in materia di riscossione delle imposte, i lavoratori di EQUITALIA ritengono apportare un contributo, seppur modesto, al miglioramento della situazione economica dello Stato e dallo Stato chiedono di essere tutelati senza tentennamenti né incertezze.
La CGIL e la FISAC CGIL di Matera condannano con fermezza i ripetuti e strumentali attacchi ai lavoratori e alle lavoratrici di Equitalia, attacchi che alimentano un clima di ostilità ed intimidazione che non serve a risolvere i gravi problemi del ns. Paese.
Esprimono piena solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici di Equitalia affinché, nello svolgimento delle loro mansioni, possano ritrovare un clima di serenità e di rispetto, considerato che il loro compito è quello di migliorare il rapporto con i contribuenti e con la cittadinanza e che essi sono “al servizio dello Stato e della legalità fiscale”.