Chiorazzo (Basilicata Casa Comune): La sicurezza sul lavoro sia al centro dell’attenzione politica. Di seguito la nota integrale.
La questione lavoro, sul fronte della qualità quanto della sua sicurezza sono in Basilicata sempre più preminenti. Questa mattina ho voluto essere presente a Potenza, davanti alla Prefettura, insieme ai rappresentanti di Cgil, Uil, alle Categorie degli edili e dei metalmeccanici – Fillea Cgil, Feneal Uil, Fiom Cgil e Uilm Uil che hanno proclamato due ore di sciopero a livello nazionale.
I dati relativi agli incidenti sul lavoro dicono che la Basilicata è tra le prime tre in Italia per incidenza di infortuni, anche mortali. In Basilicata dunque si lavora poco e male. I drammatici fatti di Firenze di pochi giorni fa impongono una seria riflessione sul tema sicurezza, sia sui cantieri pubblici che privati; occorre intervenire con norme e legislazione adeguate per la migliore tutela di chi lavora.
Serve un segnale di discontinuità nella collaborazione tra istituzioni e parti sociali, che in questi anni è stata praticamente assente. Serve un piano di azioni da mettere in campo perché la Basilicata, oltre ad avere il triste primato per gli infortuni sul lavoro, è una regione che respinge i giovani e i lavoratori, in primis le donne. Il tasso di emigrazione giovanile e di laureati è sempre più alto.
Il piano straordinario per il lavoro promesso da Bardi a inizio mandato non è mai stato realizzato. Si erano annunciati interventi per il lavoro per oltre 100 mln€ provenienti da accordi con le compagnie petrolifere, dovevano essere risorse da destinare a progetti speciali per la creazione di nuove prospettive di lavoro. Che ne è stato? L’ennesimo impegno non mantenuto sulla pelle dei nostri giovani e dei nostri disoccupati. Siamo la Regione con il tasso di vecchiaia più alto, mediamente vanno via 2000 giovani under 35 ogni anno, di cui 1000 laureati.
Dopo la sanità, quello del lavoro è il secondo disastro di Bardi. A rendere la situazione ancor più precaria è l’avanzamento del pericoloso disegno sull’autonomia differenziata e l’incapacità, da parte della Regione, di spendere adeguatamente i fondi del PNRR.
Nelle prossime settimane presenteremo un piano per il lavoro fatto di programmi, azioni, cifre e tempi, credibile e sicuro. Perché solo il lavoro, la sua sicurezza e la sua qualità possono convincere le nuove generazioni a rimanere o tornare nella propria regione. E ne abbiamo bisogno per evitare lo spopolamento e dunque il definitivo declino.