Associazione Equomondo di Potenza Associazione Latte amore e fantasia di Potenza e La Tribù dei Tora Tora di Pignola: “Non datecela a bere”. Di seguito la nota integrale.
Anche a Potenza arriva il camion natalizio della Coca-Cola e noi, sudditi del Consumo, ci prostriamo davanti al passaggio di uno dei nuovi sovrani dei nostri tempi.
Abbagliati dallo scintillio dei loro paramenti, diventiamo ciechi e smemorati e non riusciamo o non vogliamo vedere cosa c’è sotto le lucine e le musichette accattivanti.
I nuovi sovrani amano essere amati, propagandano rassicuranti immagini di serenità e bellezza e generosamente distribuiscono doni ed elargiscono cibo ai poveri, ma con un solo obiettivo: quello di accrescere i profitti e consolidare il potere.
E così dimentichiamo.
Dimentichiamo che la causa dell’aumento della povertà è la sempre crescente concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi (l’un per cento della popolazione mondiale detiene la metà della ricchezza complessiva del pianeta).
Dimentichiamo che stiamo svendendo le nostre acque minerali, considerato che “Fonti del Vulture s.r.l.” del gruppo Coca Cola, versa nelle casse pubbliche circa lo 0,05% del suo fatturato e che la concessione è perpetua.
Dimentichiamo che, con il loro enorme potere economico, le multinazionali condizionano fortemente la politica, svuotando di fatto la democrazia (Coca Cola ha speso in sovvenzioni ai candidati quasi un milione di dollari, nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2014).
Dimentichiamo che per fare un solo litro di bevanda, se si considera tutto il ciclo produttivo, ci vogliono da 340 a 620 litri d’acqua, come afferma uno studio dell’università di Twente (Report, 3/4/2017) e che la multinazionale è stata accusata di “idropirateria” da alcune comunità del Sud del Mondo, come a Plachimada, in India, dove nel 2003, Coca Cola, non avendo rispettato le norme di tutela dell’acqua,
provocò l’abbassamento della falda acquifera e l’inquinamento delle acque. Dimentichiamo che la Coca Cola è fra i maggiori responsabili della produzione di plastica in tutto il mondo e che il pianeta sta morendo soffocato dai rifiuti monouso (dal dossier Break Free From Plasticha, edizione
2020: “Le principali società inquinanti del mondo affermano di lavorare duramente per risolvere l’inquinamento da plastica, ma invece continuano a pompare imballaggi di plastica monouso”) Dimentichiamo che, se non conviene più, si delocalizza e si licenzia; che in più parti del mondo la multinazionale è stata accusata di non rispettare i diritti dei lavoratori, oltre che di corruzione e complicità
con gruppi paramilitari per reprimere i lavoratori sindacalizzati.
Dimentichiamo che le bevande gassate zuccherate fanno male alla salute, che lo zucchero, ma anche i dolcificanti non calorici, creano dipendenza, soprattutto nei bambini, e predispongono a obesità, diabete e malattie cardiovascolari.
Dimentichiamo di pretendere che le Istituzioni non facciano pubblicità alle multinazionali ma si interessino del bene comune, ponendo massima attenzione ai sistemi alimentari poiché un’alimentazione sana è fondamentale soprattutto per i bambini.
Noi, invece, vogliamo ricordare.
Che le donne di Plachimada, costrette per anni a percorrere chilometri alla ricerca di nuova acqua potabile, si sono ribellate, coinvolgendo nella lotta milioni di persone, costringendo il governo del Kerala a chiudere lo stabilimento.
Che i medici di tutto il mondo chiedono ai genitori di smettere di far bere bibite gasate e dolcificate ai propri figli e che un’alimentazione sana è la premessa per vivere in salute.
Che la bellezza del mondo appartiene ai bambini e alle bambine.
Che basterebbe fermarsi a guardarli quando rimangono incantati dalla magia della neve, del mare, del cielo stellato, basterebbe fermarsi ad ascoltarli quando si stupiscono delle ingiustizie per capire che sostare davanti al Christmas Truck Coca-Cola non è il posto giusto.