La tradizionale “Rafanata” – manifestazione per la promozione del rafano da ingrediente delle più antiche ricette della tradizione contadina (specie del martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale) – è giunta alla 26esima edizione e si terrà domani 25 febbraio a Viggiano (Kiris Hotel). La manifestazione voluta dalla Cia-Agricoltori dell’area Val d’Agri intende rinnovare la tradizione dei prodotti e piatti tipici della cucina contadina lucana. La rafanata consiste nella produzione di un gigantesco panettone salato cotto in forno a legna realizzato con 400 uova, 6 kg di rafano macinato, 6 kg di pecorino di Moliterno ed erbe aromatiche.
Il legame con il territorio, opportunamente valorizzato nelle strategie imprenditoriali, – sottolinea Nicola Pisano, dirigente Cia-Agricoltori Val d’Agri e “pioniere” della “Rafanata” – rappresenta uno dei maggiori fattori di competitività e potenziale successo dell’agricoltura e dell’agroalimentare. Il settore deve tornare a rappresentare un fattore costitutivo del territorio, l’attività produttiva che interfaccia l’ambiente geografico con la comunità. Il legame con il territorio delle strategie agricole e agroalimentari non è dato solo da fattori geografici e naturali, ma anche storici e culturali. Componente identitaria di un territorio è il paesaggio agrario modellato storicamente dagli agricoltori. La Cia lucana ritiene questo legame essenziale per un’agricoltura italiana che vuole tornare a crescere e contribuire alla crescita economica e sociale dell’intero Paese.
Il rafano è una pianta erbacea perenne di cui si usa la radice, che viene grattugiata e preparata in vari modi: da sola, conservata sott’olio o aceto (preparato in questo modo viene detto anche “cren”) o insieme a salse, senape, mostarde. Il rafano è marroncino, molto piccante e ha proprietà antibatteriche. Nella gastronomia tipica lucana è usato specie per i fusilli al sugo di maiale, per aromatizzare alcuni piatti e per una grande frittata, a base oltre che di uova e rafano grattugiato, pecorino, erbetta selvatica.
Non avendo bisogno di particolari cure la radice cresce spontaneamente in varie zone della regione e in particolare in Val d’Agri, è un prodotto di grande richiesta che riesce a spuntare prezzi di vendita al consumatore sino ai 10-12 euro al kg (sulla base della qualità, della grandezza, della tipicità della zona di raccolta) e sui mercati del Nord -dov’è cresciuta la richiesta, specie in negozi specializzati alimentari e da parte dei ristoratori- può spuntare anche 15 euro al kg.
Le proprietà salutari del rafano
Il rafano appartiene alla famiglia delle Crucifere, come i cavoli e i broccoli, e possiede tutte le proprietà degli altri membri di questa famiglia, ovvero aiuta la salute del cuore combattendo due dei principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari: il colesterolo e i trigliceridi. La radice aromatica possiede anche proprietà antibatteriche e antibiotiche, è molto efficace contro le infezioni gastrointestinali prodotte da cibo contaminato (fra cui anche il pericolosissimo batterio Escherichia Coli), contro le infezioni del tratto urinario, le faringiti e le infezioni del tratto respiratorio. Nella cosmesi naturale e in ambito della medicina popolare, il rafano è impiegato come rimedio blando contro le macchie della pelle, le dermatosi dell’herpes e l’alopecia.
Feb 24