Gli agricoltori stanno ancora aspettando che vengano loro erogati, da AGEA ( Agenzia Per le Erogazioni in Agricoltura), i premi relativi ai contratti di filiera per gli anni 2016, 2017 e 2018. E’ questa la denuncia fatta da CIA agricoltori italiani dopo l’incontro con i dirigenti del Ministero dell ‘Agricoltura e i collaboratori della sottosegretaria Alessandra Pesce.
“I ritardi sui pagamenti dovuti sono davvero incredibili – aggiunge il lucano Leonardo Moscaritolo, presidente del G.I.E. Cerealicolo nazionale, che ha partecipato all’incontro. Lo sono ancora di più se si pensa alle difficoltà del settore cerealicolo di questi anni e agli investimenti rilevanti sostenuti dagli agricoltori per ottemperare agli standard qualitativi e quantitativi imposti ai contratti di filiera. Le pratiche relative ai premi dell’annualità 2016 sono in totale 6800: dal Ministero hanno spiegato che circa 200 sarebbero stati già attivati, 3600 pratiche avrebbero avuto esito positivo, mentre per le altre saranno necessari ulteriori approfondimenti. La cosa incredibile – sottolinea Moscaritolo – è che a tre anni di distanza ci sia ancora la metà delle pratiche da valutare. Per i premi riguardanti il 2017, i pagamenti dovrebbero iniziare non prima del 2020. Per il 2018, invece, nessuno al ministero è stato in grado di indicare un termine. Ovviamente abbiamo manifestato tutto il nostro disappunto per le lungaggini ingiustificate e i mancati impegni presi nei confronti degli agricoltori. Resta forte l’impegno della Confederazione per accelerare gli impegni già presi con gli agricoltori.
La campagna del grano, quest’anno, è in chiaroscuro : è vero che i prezzi sono lievemente aumentati ma per molti agricoltori continuano a non essere pienamente remunerativi a fronte dei tanti investimenti fatti per raggiungere lo standard qualitativo richiesto dai contratti di filiera. Le note dolenti ,purtroppo, arrivano per chi ha sottoscritto contratti di filiera e non ha raggiunto il valore proteico concordatocon le conseguenze per questi di un danno economico rilevante. Durante la campagna di trebbiatura, dal Canada e da altre nazioni, sono arrivati diversi cariche di grano importato. Quest’anno, però, chi gioca al ribasso ha davvero poche scuse: non c’è stata pioggia, per cui non c’è stato spazio per inserire “categorie” fantasiose come il famigerato “grano slavato” della scorsa stagione.
“Noi stiamo continuando a batterci per la CUN, la Commissione Unica Nazionale – prosegue Moscaritolo – affinchè i prezzi siano determinati secondo parametri che possano fornire maggiori certezze e un livello inferiore di conflittualità tra le parti. Credo che la CUN debba avere sede a Foggia perché il capoluogo e l’intera capitanata hanno numeri, eccellenze, storia e struttura importanti che fanno ricerca (vedi la presenza autorevole del CREA ,Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’economia agraria).” La CUN non è la panacea di tutti i mali ma uno strumento importante per la trasparenza del prezzo corrisposto ai produttori. Con l’assegnazione della CUN a Foggia il Governo – conclude il dirigente della Cia – darebbe un segno tangibile del sostegno all’agricoltura virtuosa, capace di premiare le Aziende sane che si muovono nel solco dell’innovazione e della legalità.
Ago 09