Il taglio di 5 miliardi di euro alla “rivoluzione green” contenuto nel Programma del Recovery Plan ha riflessi fortemente negativi anche in Basilicata e direttamente sul comparto agricolo. A sostenerlo sono la Cia-Agricoltori di Potenza e Matera esprimendo preoccupazione per tale decisione e rivolgendosi a Giunta e Consiglio Regionali, ai Parlamentari Italiani ed Europei e componenti la DG Agri, affinchè “si ponga rimedio a tale evidente contraddizione sia in termini programmatori che finanziari”. Lo shock economico del Covid ha riportato all’attenzione l’importanza strategica dell’agricoltura, che è stata garante dell’approvvigionamento alimentare del Paese e ha dimostrato gran dinamismo nella risposta all’emergenza. Secondo Cia, ora, una riduzione dei finanziamenti per i progetti del Recovery Fund concessi all’Italia, non permetterebbe di destinare le risorse necessarie allo sviluppo del settore e bloccherebbe ogni ipotesi di crescita, soprattutto nei mercati internazionali. Una conferma dello schema attuale di Recovery Plan andrebbe, peraltro, a scapito del miglioramento delle prestazioni climatico-ambientali delle aziende agricole e dello sviluppo e la valorizzazione dell’economia circolare e della chimica sostenibile. A preoccupare Cia anche il minore afflusso di fondi indispensabili per la tutela del territorio e per gli interventi sul dissesto idrogeologico e la gestione sostenibile delle risorse idriche.
Inoltre come CIA sulla scorta della definitiva decisione sulle risorse della NEXT GENERAZION che saranno gestite in base al Reg 2220/20 e dalle indicazioni e definitive decisioni che saranno prese nei prossimi giorni al livello di Governo centrale e di MIPAF, la Cia-Agricoltori propone che in Basilicata il Tavolo Verde abbia funzioni di programmazione e pianificazione per 21/2027 che partendo dall’utilizzo di tali risorse che possa concorrere a scrivere in modo nuove e coerente i termini attuativi della PAC 20/30 in Basilicata.
Si tratta – precisa la Cia – di definire in via preliminare un piano di utilizzo di tali risorse che non solo deve qualificare la spesa e essere coerente con le indicazioni dell’UE ma in particolare deve essere finalizzato a concretizzare realisticamente il tessuto imprenditoriale e produttivo del settore agro-alimentare lucano con una duplice finalità :
consolidare-rafforzare e chiudere le filiere regionali almeno quelle dei comparti produttivi più rilevanti e importanti in termini di PLV e VA;
dotare aziende e imprenditori di tutti quei fattori imprenditoriali e requisiti di processo e di prodotto che permettono all’intero sistema di affrontare senza contraccolpi o limitazioni la nuova fase che deve affrontare l’agricoltura e l’agroalimentare anche lucano nella logica della sostenibilità che deve sempre più caratterizzarsi in termini di sicurezza alimentare, ambientale sociale ed economica cercando di essere in tale logica più moderna e più redditiva.
L’obiettivo centrale è quello di determinare le pre-condizioni per una programmazione 2023-2030 all’altezza delle sfide a cui l’agricoltura e l’agro-alimentare sono chiamati a svolgere che non è solo agro-alimentare o materie prime, ma anche ambiente, coesione territoriale, risposte produttive nelle aree interne e montane, chimica verde, ospitalità e turismo rurale, energie rinnovabili tutela del capitale natura. Sono queste le scelte strategiche contenute nel Progetto “Il Paese-la Basilicata che vogliamo” presentato da tempo e sempre di maggiore attualità nel contesto della pandemia.