“Operazioni come quella di oggi della Guardia di finanza e dall’Ispettorato Repressione Frodi del ministero delle Politiche agricole che hanno portato al sequestro sull’intero territorio nazionale di oltre 1.500 tonnellate di prodotti alimentari di falso biologico sono molto importanti per i consumatori e per i produttori di autentico biologico che si impegnano al rispetto dei “disciplinari” e della qualità. E’ sempre più indispensabile una riorganizzazione efficace e trasparente del sistema di controllo e certificazione dell’agricoltura biologica anche in Basilicata, che ha già grandi numeri di produzione biologica, con il 21,2% della superficie agricola utilizzata, ovvero 115.144 ettari (su 542.256 ettari complessivi) destinata a coltura biologica e seconda per estensione solo alla Sicilia”. A sostenerlo è il direttore regionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Luciano Sileo.
Secondo dati della Cia e dell’Anabio (associazione dei produttori biologici) nel nostro Paese la spesa per il “bio” e’ aumentata nel 2012 del 7,3 per cento, mettendo a segno il settimo aumento tendenziale consecutivo e oggi il 75 per cento degli italiani dichiara di acquistare prodotti biologici almeno una volta al mese. Alimentando cosi’ un business che in Italia vale circa 3 miliardi di euro, ma che a livello mondiale ha raggiunto la quota di 55 miliardi di dollari l’anno. Ma proprio perche’ si tratta di un mercato in continua espansione -osserva la Cia- il settore del biologico ha iniziato a fare gola alle mafie e ai “professionisti della truffa agroalimentare”, pronti a falsificare carte e certificati pur di accaparrarsene una fetta. Per questo, oggi bisogna lavorare sulle regole e prevedere politiche “ad hoc” che controllino i mercati. E’ indispensabile aumentare le ispezioni, inasprire sanzioni e pene -continua la Cia- ma soprattutto lavorare sulla trasparenza in tutti i passaggi della filiera. Soprattutto sono necessari piu’ controlli sui prodotti importati dai Paesi non in equivalenza, dove cioe’ i metodi di produzione biologica e gli organi di controllo non sono ritenuti equivalenti ai nostri, prestando ancora piu’ attenzione ad autorizzazioni e certificati di conformita’ degli importatori.
Da tempo infatti gli agricoltori lucani del biologico – afferma Sileo – si battono perché più che pensare all’estensione di coltivazioni e produzioni bio si proceda al consolidamento e al sostegno di quelle che risentono della crisi dei consumi in particolare per gli effetti della concorrenza sleale degli ipermercati e discount alimentari. Inoltre, per Cia e Anabio, occorre, in primo luogo, emanare con urgenza il D.M. che impone agli operatori notificati la scelta di un unico Organismo di controllo. Il progetto di informatizzazione del settore, inoltre, va urgentemente attivato ed implementato, in modo tale da gestire in tempo reale tutte le notifiche di variazione che intervengono nel corso dell’anno. In tale ambito, va predisposta una banca dati unica che incroci tutte le informazioni ed i dati oggi raccolti dal sistema, ma dispersi tra vari soggetti (Ministero, Icqrf, Regioni, Organismi di controllo). In questo frazionamento delle informazioni, tra l’altro, si sono verificati quei disallineamenti e quelle profonde lacune che hanno permesso a fenomeni illeciti e di autentica frode di annidarsi e svilupparsi nel tempo.
Apr 11