In Basilicata i risultati relativi ai principali comparti agricoli, quali ortofrutta, zootecnia da latte e da carne, olivicoltura e vitivinicoltura, confermano le tendenze nazionali, facendo registrare una buona performance nel comparto cerealicolo ed in particolare per le produzioni a grano duro. Lo evidenziano, in un documento, le direzioni della Cia-Agricoltori delle province di Potenza e di Matera riunite oggi.
In sintesi tra i livelli produttivi del 2018 e quelli del 2019 in Basilicata si rileva un aumento della P.L.V. nei vari comparti che ha portato ad un aumentato anche dell’export di circa + 1,6% in più della media nazionale.
I migliori risultati produttivi però – è scritto nel documento – non si riverbereranno sui bilanci aziendali, anzi gli stessi fanno registrare, al massimo, sostanziali pareggi in specie per i comparti tradizionali quali la zootecnia sia da carne (ovi-caprini in difficoltà) che da latte, come pure il settore olivicolo nonostante incremento della produzione, così come per il vino. Una valutazione a parte va fatta per la cerealicoltura che rappresenta per la Basilicata uno dei principali comparti produttivi, con circa 170.000 Ha nel 2019 di cui 120.000 a grano duro che significa quasi il 10% della superficie nazionale investita a tale coltura e che vede oltre 10.000 aziende interessate, avendo fatto registrare nel 2018 quotazioni bassissime tra 18/19 € q.le, tali importi nel 2019 si sono attestate tra 26/28 € q.li e con un lieve incremento anche delle rese ripagando gli investimenti fatti dalle aziende nei due anni.
Dunque – a parere della Cia – nella nostra Regione si registra un’annata agraria 2019 ancora in chiaro scuro, che non replica i risultati fortemente negativi del 2018 e che nonostante alcune avversità atmosferiche vede incrementare soprattutto la qualità delle produzione che però non produce alcun effetto positivo sui bilanci aziendali, solo in parte compensati dalle integrazioni e dagli aiuti della P.A.C., le ragioni di tali risultati sono la conseguenza dell’incremento medio tra il 6/8% dei costi di produzioni ed in particolare dei mezzi tecnici.
Riguardo il programma di sviluppo rurale 2014/20, particolare apprezzamento viene espresso ai risultati della spesa al 31 dicembre scorso in linea con il trend previsionale del F.E.A.S.R. e i tempi indicati dall’UE. Aver evitato un potenziale disimpegno è cosa di grande valore e proprio per non disperdere tale positivo risultato è necessario procedere ad una forte semplificazione nelle procedure per realizzare degli investimenti e soprattutto è indispensabile anche nella fase di rendicontazione finale di allocare risorse su iniziative strutturate e performanti come i progetti di filiera in tutta la loro portata.
Riguardo la programmazione PAC 2021/2027 alcune precisazioni e alcune proposte sono venute dalla direzioni Cia di Potenza e Matera.
– A) In primo luogo è opportuno dare centralità nel piano strategico e nell’agenda programmatica regionale al settore agricolo, all’agro-alimentare, il capitale natura, settori sui quali costruire una Basilicata sostenibile che si caratterizza come il vivaio del mezzogiorno e il giardino del mediterraneo.
– B) Riguardo la nuova programmazione abbiamo la improcrastinabile necessità di prepararci alle nuove sfide post 2020 e alla nuova politica agricola. Per queste ragioni segnaliamo che urge:
– Semplificazione e sburocratizzazione riconoscendo il valore del fascicolo aziendale dematerializzato quale strumento di relazione fra azienda agricola e PP.AA.
– Ammodernare, efficientare, strutturare e aggiornare l’organismo di controllo e di relazioni U.E.C.A. con AGEA coordinamento e AGEA pagatore.
– Ridisegnare le funzioni di Alsia ente strumentale del settore agricolo sostenibile e 4.0.
– Un ARPAB che garantisca e certifichi salubrità dei luoghi e degli areali produttivi.
– Un grande piano per la chimica verde e le produzioni no food.
– Un piano agro energetico regionale.
– Un marchio pubblico della qualità e delle eccellenze lucane.
La Basilicata con la prossima programmazione è chiamata a ridisegnare il proprio modello di sviluppo agro-alimentare mettendo a valore le sue grandi potenzialità e le sue tante risorse.
Si tratta di scrivere in modo chiaro un PSR 22/28 compreso la transizione che realizzi tutti gli obiettivi alla base della programmazione UE che sono coincidenti e fortemente presenti nella nostra realtà rurale.
– Concretizzare la sostenibilità economica, ambientale e sociale nelle oltre 2.000 contrade.
– Rafforzare infrastrutture fisiche e immateriale introducendo soluzioni innovative e tecnologie avanzate
– Tutelare l’ambiente, le produzioni di qualità, la salubrità dei luoghi per una rinnovata sicurezza alimentare e ambientale.
– Posizionare meglio gli Agricoltori nella catena del valore.
– Contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
– Una politica a favore delle giovani generazioni, rendendo attrattivo le attività nelle aree rurali.
Di tutto questo parleremo a breve a Matera con rappresentanti di Bruxelles, con Ministero, le Regioni e gli Enti di ricerca, scopo dell’incontro fra l’altro è quello di creare un coordinamento fra le Regioni del sud italiana per concorre ad stesura del piano strategico nazionale tenendo conto delle peculiarità dell’agricoltura del Mezzogiorno e delle produzioni mediterranee.