Tempo di fragola diventata un “brand” per il made in Basilicata, anche se – sottolinea la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata – ancora in attesa del marchio Igp per la tutela e di una più efficace azione commerciale. La fragola Candonga, una varietà che ama il clima mediterraneo e che proprio nel Sud Italia, e in particolare nel Metapontino, ha trovato l’habitat ideale, è sempre più affermata sui mercati italiano ed esteri (Germania in primo luogo). A confermarlo sono le cifre. Con 60 milioni di piantine vendute (pari a circa 1.000 ettari e una produzione stimata di 40.000 tonnellate), la Candonga è la prima varietà utilizzata dai produttori di fragola del Sud Italia e nella piana di Metaponto viene impiegata nell’80% degli impianti su una superficie di 600 ettari, per 60-70 milioni di euro di fatturato. Quest’anno la coltivazione ha registrato un incremento del 17% rispetto allo scorso anno. Coltivata in tunnel, più resistente di altre ai patogeni, consente di ridurre i trattamenti, garantisce remunerazione ai produttori, ma soprattutto, grazie alla precocità, è presente sui mercati da febbraio a giugno. Una caratteristica che, oltre alle qualità organolettiche, le ha garantito il successo. Questa varietà di fragola – sottolinea la Cia lucana – si caratterizza per il colore particolarmente vivo e brillante, l’aspetto a goccia grossa e ricca, il sapore dolce e gustoso ma senza essere stucchevole e la consistenza corposa, determinata dalla polpa compatta e croccante. Tale varietà di fragola è disponibile fino a maggio-giugno, è dunque questo il momento migliore per assaggiarla e portarla in tavola. È consigliabile favorirne il consumo, introdurla nella dieta della famiglia e dei bambini. Di qui impegno della Cia, in particolare quella del Metapontino, per “sfruttare” l’immagine della fragola all’interno di un paniere legato al territorio che faccia conoscere le eccellenze dell’agroalimentare che la Basilicata produce. Dall’altra parte non si deve mollare la lotta all’agropirateria.
Dopo il caso della fragola del Metapontino (la candonga) che è stata taroccata in Spagna – afferma Paolo Carbone, Ufficio Economico Cia Basilicata – i nostri associati, titolari di aziende agrituristiche intensificheranno ogni impegno per spiegare agli ospiti in occasione dell’ “assalto” di Pasqua e Lunedì dell’Angelo come si distinguono i prodotti tipici e di qualità da quelli “taroccati” e come chiedere garanzie specie una volta seduti al tavolo di un posto di ristoro. La Basilicata, come tutte le regioni italiane con produzioni alimentari di qualità, è da tempo sotto attacco dell’agropirateria. Oltre alla fragola del Metapontino, esempi di produzioni anche estere che utilizzano la denominazione e l’immagine di nostri prodotti riguardano il caciocavallo, il pecorino di Moliterno, i salumi di Picerno, l’aglianico del Vulture, l’olio delle colline del Materano, la farina di grano duro “senatore” del Materano. Tutto ciò – aggiunge Carbone – mentre sono ancora ampi i margini per sviluppare una collaborazione proficua con la Grande Distribuzione Organizzata, innanzitutto per superare troppi passaggi intermedi che risentono dell’assenza di un mercato ortofrutticolo all’ingrosso nel Metapontino e di una piattaforma logistica e per far conoscere attraverso i supermercati del centro-nord i prodotti della Basilicata e far crescere nella regione un’agricoltura di eccellenza. E nel carrello della spesa dei consumatori in questi giorni c’è di sicuro l’agnello delle Dolomiti Lucane, il capretto locale delle colline materana e potentina.
Apr 04