C’è preoccupazione nelle campagne lucane dopo l’arrivo di “Attila”, perché il freddo improvviso ed eccessivo vuol dire maggiori costi per il riscaldamento di serre e stalle, prodotti orticoli a rischio, difficoltà nell’approvvigionamento mangimistico per gli allevamenti e nel trasporto e distribuzione dei prodotti, specialmente quelli freschi. E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori.
E tra i comparti più in allerta, oltre l’orticoltura, c’è anche la zootecnia -aggiunge la Cia- che potrebbe risentire della diminuzione di resa produttiva degli animali causata dalle rigide temperature. Ma, soprattutto per le serre, le ricadute di freddo e gelo sui costi di produzione potrebbero essere significative, portando aggravi superiori al 5 per cento sulla voce “energia”.
Ecco perché -conclude la Cia- bisogna accelerare i tempi ed emanare al più presto il decreto di attuazione della norma contenuta nel “decreto del Fare”, approvato a giugno, che rende operativa l’agevolazione sul gasolio per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra con il taglio dell’accisa.
“Quando a Metaponto in occasione del convegno sull’alluvione e sul dissesto idrogeologico abbiamo lanciato la proposta di “aziende sentinella“ e quindi una “rete rurale” di Protezione Civile – spiega Paolo Carbone, Ufficio Economico Cia – pensavamo anche a calamità legate ad abbondanti nevicate. Per questo intendiamo rilanciare organizzativamente l’Associazione ‘Demetra’ costituita, agli inizi del 2000, a livello nazionale e con strutture regionali, per operare nel campo della promozione del volontariato, della protezione civile e della solidarietà sociale, per proteggere il territorio rurale da ogni tipo di calamità naturale. Inoltre continuiamo a sollecitare i Comuni, come è scritto nella Carta di Matera che tantissimi sindaci hanno sottoscritto, a stipulare accordi-convenzioni con titolari di aziende agricole che dispongono di automezzi per liberare le strade interpoderali e comunali dalla neve. E’ questo il modo più efficace per evitare disagi alle popolazioni rurali e di tanti paesi delle zone interne o che vivono nelle contrade senza dover attendere i mezzi, sempre più ridotti, della Provincia. Con la promozione del volontariato per la protezione civile nelle aree rurali intendiamo organizzare gli agricoltori in azioni di solidarietà sociale che completano l’esercizio della loro funzione di presidio del territorio. Tra le attività umane, come abbiamo evidenziato nella ‘Carta di Matera’, l’agricoltura è quella che maggiormente interagisce con il suolo, contribuendo alla sua conservazione, e può operare per il mantenimento e lo sviluppo della sua peculiare caratteristica di risorsa multifunzionale”.
Nov 26
Dobbiamo sempre affidarci al buon senso dei volontari. I nostri politici lucani (comunisti……) pensano solo a raccogliere voti e poi ti abbondonano……………….questo ci meritiamo