Ancora disagio, evidenti disservizi e forte disappunto da parte degli Agricoltori della Val d’agri che continuano a vivere a fine giugno disfunzioni, disorganizzazione, circa la campagna e i servizi irrigui che il Consorzio deve garantire. Sono mesi che gli Agricoltori registrano ritardi. E si continuano a registrare file e code agli sportelli per poter prenotare l’acqua indispensabile alle colture. Sinora le prenotazioni hanno raggiunto circa 700 ettari. A ciò si aggiunga che sono stati introdotti aumenti dei canoni soprattutto per prenotazioni minime e la richiesta di anticipazione forfettarie del canone sui consumi. Questo stato di disagio oramai insostenibile e ingiustificato ha indotto la Cia-Agricoltori della Val dì Agri a organizzare un incontro a Viggiano che ha visto la partecipazione di alcuni sindaci della valle, del Presidente del Consiglio Regionale Cicala e del consigliere regionale Aliandro. In conclusione è stato deciso di condividere con i sindaci della Val d’Agri da inviare all’Amministratore unico del Consorzio di Bonifica Basilicata Musacchio, all’assessore regionale all’Agricoltura Fanelli e al Presidente Bardi, ai consiglieri regionali con proposte a breve e medio termine per superare la situazione intollerabile che si registra in Val d’Agri nel settore dei servizi irrigui. Nell’incontro i dirigenti della Confederazione hanno espresso totale insoddisfazione per la gestione dei servizi irrigui nel comprensorio che – è stato denunciato – sta avvenendo con alcune modifiche introdotte a campagna irrigua già iniziata con gravi danni e disagi per i produttori agricoli. Tra i disagi più gravi segnalati la fila per la prenotazione dell’acqua necessaria (quando invece sarebbe sufficiente far ricorso al Fascicolo Aziendale per un rapporto efficace imprese-Amministrazione Regionale), i costi alti soprattutto perché equiparati a quelli del Metapontino, le difficoltà per i dipendenti del Consorzio a svolgere interventi anche di manutenzione ordinaria senza prima far ricorso alla sede di Policoro, la perdita di acqua da condotte ed impianti in alcuni casi con percentuali sino al 50%. Non è sopportabile il criterio adottato che vede applicata nel comprensorio Val d’Agri una tariffa simile a quella di altre aree regionali a più alta redditività delle produzioni. E’ come se il reddito dell’agricoltore medio della valle fosse identico a quello del collega del Metapontino. Tutto ciò mentre la diga di Marsiconuovo è utilizzata molto parzialmente rispetto alle potenzialità. Secondo la Cia-Agricoltori quanto sta avvenendo in Val d’Agri avvalora la tesi espressa da tempo sulla necessità di dotare il Consorzio unico di un Consiglio d’Amministrazione che sia rappresentativo delle differenti aree agricole e della loro specificità. Tenuto conto che lo statuto del Consorzio non è stato ancora approvato la Cia-Agricoltori riproporrà la questione insieme alla rivendicazione di una “compensazione” per le aziende agricole e zootecniche della valle che è macrofornitrice di acqua destinata anche ad esigenze extraregionali oltre che fornitrice di risorse energetiche (petrolio, gas). E’ inoltre intollerabile – è stato sostenuto – che non si tenga in alcuna considerazione la specificità degli “utenti minimi” vale a dire le aziende che dispongono di piccoli appezzamenti per lo più a colture ortive ad uso familiare alle quali viene chiesto di pagare per i servizi irrigui cifre altissime che di fatto disincentivano l’attività di coltivazione di prodotti locali e tipici.