Il maltempo di questi giorni colpisce l’agricoltura con danni su almeno un 30% delle colture di stagione, semine di cereali, coltivazioni ortive e frutticole, serre e allevamenti colpiti da neve-gelo, vento forte, piogge battenti e nubifragi, dopo il caldo anomalo di inizio anno che ha risvegliato la natura prima del tempo. C’è da aspettarsi un nuovo taglio sui raccolti con perdite consistenti per gli agricoltori che già sono colpiti dall’incremento dei costi aziendali, primo fra tutti i costi energetici. Così Cia-Agricoltori impegnata in una fase di ricognizione dei danni sull’intero territorio regionale. Più che la neve il nemico principale delle colture ortive è il gelo
I continui cambiamenti climatici – evidenzia Cia – hanno determinato il nuovo record massimo per le polizze assicurative agricole con 8,9 miliardi di euro di valori assicurati in Italia per l’insieme delle polizze su vegetali, animali e sulle strutture aziendali (+5% rispetto al 2020), secondo dati Ismea. Nel 2021 contro siccità, gelo, piogge torrenziali-alluvioni, in Basilicata 58,1 milioni di spesa per assicurazioni con un più 14% annuo anche se la superficie assicurata (6.857 ha) rappresenta solo il 2,5% del totale. In relazione ai costi assicurativi, i premi, in termini assoluti, hanno raggiunto l’anno scorso un picco di 610,8 milioni di euro, corrispondenti a una tariffa media nazionale che per il secondo anno consecutivo si è mantenuta sopra la soglia del 9%, con un aumento del 4,4% nominale rispetto al 2020 e un più 2,5% in termini reali (al netto dell’inflazione). Il mercato delle polizze agricole agevolate – sottolinea Donato Distefano direttore Cia-Agricoltori Potenza e Matera – conferma, nel 2021, una buona vitalità di “sistema”, affrontando efficacemente le restrizioni e le difficoltà logistiche e operative che hanno caratterizzato l’intera annata trascorsa e registra ancora importanti margini di miglioramento soprattutto in termini di estensione delle coperture contro i rischi catastrofali sui quali il sistema sembra, al contrario mostrare un graduale disimpegno che potrebbe mettere a repentaglio nel medio-lungo termine la resilienza delle aziende agricole a fronte di eventi estremi sempre più intensi. Ma sia per il numero limitato di superficie agricola assicurata dovuto ai costi già sostenuti dagli imprenditori che per le calamità naturali ricorrenti – dice Distefano – non possono risolvere il problema danni.
“Il maltempo si aggiunge, e non risolve, la questione siccità, che resta un problema serio -interviene il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini-. Impone una visione di lungo periodo, ma anche interventi immediati di contenimento e gestione delle acque. Servono belle nevicate sulle Alpi almeno fino a marzo per vedere gli invasi idroelettrici e i grandi laghi a livelli accettabili per irrigare i campi. Intanto, però -aggiunge Fini- cambiamo passo rispetto alla crisi climatica. Passiamo dalle parole ai fatti, con misure e strumenti per un’agricoltura davvero più resistente agli eventi estremi”. “Ci sono quasi 4 miliardi, di cui 2,9 dal Pnrr, per potenziare e migliorare l’efficienza del sistema idrico nazionale e fronteggiare gli effetti della crisi climatica. C’è un Governo a lavoro sulla valutazione, entro giugno, dei progetti per il piano invasi. Anticipiamo le procedure lavorando sulla prevenzione e costruendo con il territorio le strategie e le soluzioni più adatte per non ricadere in continui stati d’emergenza -conclude il presidente nazionale di Cia, Fini-. Allo stesso tempo, puntiamo sulla ricerca per il miglioramento genetico attraverso le tecniche di evoluzione assistita necessaria a colture più resistenti alle calamità natur