Un progetto di filiera agroalimentare della Val d’Agri perché se come la Cia-Agricoltori sostiene dall’Expo 2015 nel suo documento il “Territorio come destino” il destino della Val d’Agri è oltre il petrolio per un’agricoltura di qualità a certificazione territoriale. E’ la proposta dell’Assemblea comprensoriale della Cia Val d’Agri (circa 2 mila iscritti, 200 delegati più numerosi invitati) che si è tenuta ieri a Viggiano in una sala d’albergo super affollata specie da giovani. Una proposta che – spiegano Giovanna Perruolo e Nicola Pisano – trova il forte sostegno di un centinaio di giovani della valle che hanno presentato domande (prima e seconda “finestra” Psr) per gli aiuti previsti a favore di nuovi insediamenti in agricoltura e punta sul “paniere” di tipicità locali che dopo programmi ed azioni di sostegno che risalgono agli anni settanta è finito nel dimenticatoio. E tra le risorse naturali in quest’area conosciuta per il più grande giacimento petrolifero del Paese c’è anche l’acqua, ci sono la diga del Pertusillo, le sorgenti e gli impianti per irrigare le aziende della vicina Puglia.
Il legame con il territorio, opportunamente valorizzato nelle strategie imprenditoriali, – è stato sottolineato – rappresenta uno dei principali fattori di competitività e di potenziale successo dell’agricoltura e dell’agroalimentare. Il territorio è una somma di storie e di relazioni che si manifesta in un paesaggio, nelle tradizioni, nelle abitudini alimentari, nei processi produttivi agricoli ed artigianali, nella religiosità e nel patrimonio artistico ed architettonico di una comunità locale. L’agricoltura deve tornare a rappresentare un fattore costitutivo del territorio, l’attività produttiva che interfaccia l’ambiente geografico con la comunità in esso insediata. Il legame con il territorio delle strategie agricole ed agroalimentari non è dato solo da fattori geografici e naturali, ma anche storici e culturali. Componente identitaria di un territorio è il paesaggio agrario modellato storicamente dagli agricoltori. La Cia ritiene questo legame essenziale per un’agricoltura italiana che vuole tornare a crescere e contribuire alla crescita economica e sociale dell’intero Paese.
Il legame con il territorio – dice il direttore regionale Donato Distefano – rappresenta un “circolo virtuoso”. I prodotti agroalimentari di eccellenza e la stessa tradizione enogastronomica locale rappresentano fattori di sviluppo turistico e componenti essenziali del marketing territoriale. Il territorio è diventato un luogo dove si consolidano multifunzionalità e multidimensionalità delle attività economiche, attraverso le relazioni tra diversi soggetti e l’intreccio di processi produttivi, sociali e culturali, che animano le comunità locali.
Durante l’assemblea sono stati premiati una quarantina di titolari di aziende agricole “custodi” di tipicità, biodiversità ed innovazione. Per dare un primo segnale di rinnovamento nuovo presidente della Cia Val d’Agri è stato eletto Michele Bove, titolare di azienda zootecnica da latte a Marsicovetere, mentre vice presidente il giovane Antonio Latoracca di Montemurro.