Dopo la nuova circolare dell’Agea che garantisce la salvaguardia delle superfici adibite a pascolo tradizionale un nuovo provvedimento positivo per gli allevatori: la Commissione Agricoltura del Parlamento Ue ha escluso gli allevamenti bovini dalla nuova direttiva europea sulle emissioni industriali e ha eliminato ulteriori oneri per suini e pollame, recependo le nostre istanze. Lo riferisce Cia-Agricoltori, sottolineando che gli agricoltori sono continuamente impegnati a ridurre l’impatto ambientale delle loro attività con pratiche sostenibili, tanto che oggi in Europa l’incidenza degli allevamenti sulle emissioni complessive si colloca tra il 7% e il 10%. Ancora meglio fa l’Italia, dove le emissioni di CO2 della zootecnia rappresentano appena il 5,2% del totale.
Eppure “la revisione della direttiva Ue non tiene conto né degli sforzi costanti delle aziende agricole per impattare sempre meno sul clima -osserva il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini- né del fatto che le emissioni degli altri settori industriali sono molto diverse rispetto a quelle della produzione agricola, che svolge una pluralità di funzioni primarie: assicura derrate alimentari ai cittadini, preserva biodiversità e territori, crea valore per le aree rurali e marginali”.
Ecco perché, aggiunge Fini, “ribadiamo la piena necessità di tenere fuori gli allevamenti dalla proposta di revisione della direttiva sulle emissioni industriali, altrimenti si rischia la chiusura e il fallimento di tantissime stalle”.
Quanto alla nuova circolare dell’Agea sul PLT, Cia ricorda che è stato questo uno degli aspetti affrontati la scorsa settimana nel convegno a Potenza sulla zootecnia in quanto le pratiche di pascolo “tradizionale”, condotte cioè in conformità alle consuetudini e usi locali, ampiamente diffuse specie al Sud e nelle aree interne, hanno una rilevanza particolare e da anni sono al centro di iniziative della Cia ( tra le tante l’incontro a Viggiano nel 2018 con le confederazioni del Sud e il precedente presidente nazionale Scanavino). Adesso – conclude la nota – la battaglia si sposta sul fronte regionale allargando ai temi dei costi aziendali sullo smaltimento dei reflui o dei nitrati, per l’adeguamento di stalle e laboratori lattiero-caseari sollecitando azioni dirette attraverso fondi delle misure del nuovo Psr.