“Il “Territorio come destino”, la parola d’ordine che la Cia si è data a livello nazionale, che non ha nulla di sentimentale, è in stretta sintonia con il tema che abbiamo scelto per la nostra sesta assembla regionale elettiva (“Il protagonismo degli agricoltori per una Basilicata competitiva”) che racchiude la nostra strategia per una regione di qualità in un territorio di eccellenza”. E’ quanto sostiene il direttore regionale della Cia lucana Luciano Sileo, sottolineando che “l’obiettivo centrale è quello di rilanciare il confronto con le istituzioni, la politica e la società della Basilicata sulla necessità di affermare un modello di agricoltura strategica in cui siano centrali i temi del reddito, della multifunzionalità, della valorizzazione del territorio”.
Recentemente, in collaborazione con il Censis, la Cia ha elaborato un Rapporto che mette ancora più in evidenza questa nuova centralità dell’agricoltura: gli anni più recenti sono stati caratterizzati da un diffuso e inaspettato ritorno di attenzione e interesse verso il mondo agricolo; dapprima in chiave ‘personale’ e perlopiù valoriale, oggi sempre più sociale ed economica, con una riscoperta dell’agricoltura, dell’ambiente, del territorio e dei suoi protagonisti quali “asset chiave” del Paese per ritornare a crescere. L’agricoltura e i suoi prodotti, la cultura e le tradizioni alimentari sono, infatti, tra gli aspetti che più ci rappresentano in quanto nazione: per il 27,2 per cento dei nostri connazionali, infatti, e molto di più tra i giovani (41 per cento), il legame con la dieta mediterranea e i nostri prodotti agroalimentari di eccellenza è talmente viscerale da permeare fino in fondo la nostra identità nazionale e costituirne un fattore di orgoglio, superato soltanto dal patrimonio artistico e culturale (lo è per il 66,9 per cento dei giovani). Al mondo agricolo, dal canto suo -spiega il Rapporto Cia/Censis- va ascritto il merito di essersi saputo ripensare, pur sempre rimanendo strettamente fedele ai propri caratteri distintivi, che però ha riletto attraverso schemi e logiche più aderenti ai modelli odierni e senz’altro più attraenti.
La “rinascita” a tutto tondo del settore agricolo, oltreché a livello identitario, prende forma anche nella sua potenzialità di proporsi come forza propulsiva in grado di trainare l’economia italiana fuori dallo stallo della crisi. Alla possibilità che l’agricoltura possa rappresentare un volano fondamentale per ridare slancio e crescita al Paese, crede l’82 per cento degli italiani, diviso tra un 31 per cento che ritiene fermamente che il settore possa essere il nostro valore aggiunto in termini di competitività, e un 51 per cento che lo vede, almeno in prima battuta, come fonte di occupazione, di qualità e ricchezza.
“Questo cambio di marcia è possibile – commenta Sileo – in quanto oggi più che in passato il territorio è diventato un luogo dove si consolidano multifunzionalità e multidimensionalità delle attività economiche, attraverso l’intreccio tra soggetti e processi sociali, culturali e produttivi dalle origini anche lontane. Di qui prende spunto il progetto economico della CIA in Basilicata, attraverso la crescita dell’associazionismo, riproponendo in chiave ancora più innovativa il “sindacato dei luoghi”. Puntiamo in sostanza a recuperare a valore la forza identitaria delle nostre comunità rurali che sono depositarie di cultura, storia, tradizioni, custodi di saperi, professionalità. Favorire lo sviluppo locale – conclude – è la nostra missione”.
Ott 01