Venerdì 29 aprile 2015 è in programma un incontro della Cia con l’assessore all’Agricoltura Luca Braia al quale sarà consegnato un documento di rivendicazioni; la convocazione della direzione regionale per lunedì 2 maggio per lanciare la mobilitazione; iniziative sul territorio: è il percorso individuato dalla Cia-Confederazione Italiana Agricoltori di Basilicata per preparare la partecipazione alla manifestazione di protesta del 5 maggio prossimo promossa congiuntamente ad Agrinsieme ( con Confagricoltura e Copagri). L’iniziativa prevede tre piazze centrali della protesta a Roma, Bologna e Catanzaro. La Cia lucana sarà presente con una folta delegazione a Catanzaro ed una delegazione più ristretta a Roma. Gli agricoltori scendono in piazza, il 5 maggio, per chiedere risposte urgenti su: burocrazia; ritardi dei pagamenti Agea; costi di produzione insostenibili; prezzi in caduta libera; embargo russo, vendite sottomercato; investimenti al palo; tutele vere per il Made in Italy; cementificazione del suolo; abbandono delle aree rurali.
Si sollecita, in particolare di affrontare il problema di una politica agricola comune inadeguata che non riesce a favorire la modernizzazione, l’innovazione e la crescita delle imprese agricole; di accelerare nei pagamenti dei contributi europei, bloccati dagli enti preposti per motivi inspiegabili;di definire, nelle intese bilaterali dell’Ue con i Paesi terzi, precise modalità applicative sulla definizione delle regole di origine e sulla comunicazione al consumatore, nonché sulla reciprocità delle condizioni di produzione; di rilanciare seriamente gli investimenti con i Programmi Regionali di Sviluppo che, invece, accusano ritardi eccessivi; di ottenere a livello comunitario una chiara indicazione in etichetta dell’origine della materia prima utilizzata per la trasformazione dei prodotti; di superare l’eccesso di burocrazia che ancora si registra.
L’iniziativa intende dire basta all’indifferenza e all’assenza di risposte da parte delle istituzioni nei confronti dei gravi problemi che stanno portando al collasso del settore primario in Italia. Da qui lo slogan provocatorio: “Ei fu…siccome immobile”
Secondo la Cia, la protesta è necessaria per sostenere i produttori in difficoltà che non possono più sostenere il peso di questa situazione, che mette le loro aziende a rischio chiusura.
Apr 28