Con l’inizio del nuovo anno la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata rilancia la “battaglia contro la malaburocrazia”: solo nel mese di gennaio per gli imprenditori agricoli possessori di partita Iva sono previste 15 scadenze fiscali mentre altre 16 sono in calendario per il mese di febbraio.
Un’altra “tegola” si abbatte sugli agricoltori con reddito sino a 7mila euro l’anno, vale a dire un buon 40% del mondo agricolo lucano, che saranno tenuti, dal primo gennaio, al registro fatture e quindi alla contabilità aziendale come tutti gli altri imprenditori agricoli e non.
La “malaburocrazia” e i relativi adempimenti – secondo calcoli della Cia Basilicata- pesano tra il 5 ed il 7 per cento sui costi aziendali. Si tratta di ventitre chili tra domande, documenti, bolli, moduli, attestati di pagamento; ogni anno un’azienda di piccole e medie proporzioni produce un materiale burocratico cartaceo che messo in fila raggiunge i 3,5 chilometri, a cui si aggiunge un “tour de force” di 52 ore di file interminabili, di peregrinaggi tra un ufficio e l’altro, tra una posta e una banca, tra il Comune, la Provincia, la Regione, l’Alsia. E’ l’effetto del “contatto” degli agricoltori con la macchina dell’apparato pubblico dal quale hanno preso le mosse le iniziative decise dalla Cia sotto lo slogan“Burocrazia, dacci un taglio”, con la raccolta in Basilicata di alcune decine di migliaia di firme della Petizione popolare rivolta al Presidente del Consiglio attraverso la quale si intendono ridurre gli oneri della “macchina amministrativa” che comprimono imprese e cittadini.
“I motivi che ci hanno spinto a promuovere l’iniziativa –sottolinea Luciano Sileo, direttore regionale della Cia- risiedono tutti nelle grandi difficoltà che la burocrazia in Italia (la più opprimente tra i Paesi dell’Ue) pone alle aziende che, in questo modo, sono schiacciate da costi notevoli, sia di carattere economico che di tempi lavorativi”. “Abbiamo a che fare -ha evidenziato – con un vero e proprio ‘mostro’ dai mille tentacoli che impedisce di sviluppare in maniera adeguata l’attività imprenditoriale. Con la Petizione vogliamo porre la parola fine a questa assurdità. Insomma, intendiamo assicurare nei rapporti con la pubblica amministrazione la certezza di tempi e il riconoscimento dei diritti, semplificare i rapporti tra imprese, cittadini e pubblica amministrazione, ridurre il costo della burocrazia, valorizzare la sussidiarietà verticale e orizzontale”. Di qui l’indicazione di procedere alla semplificazione amministrativa adottando quanto previsto dalla legge 5/2012 in materia di semplificazione dando centralità nelle relazioni con la Pubblica amministrazione regionale al fascicolo aziendale e costruendo l’anagrafe unica regionale delle aziende agroalimentari. Altre proposte: gestione informatizzata degli adempimenti, semplificazione del rapporto azienda agricola-Pubblica amministrazione., dematerializzazione della documentazione cartacea; sistema snello, rapido, ad un minor costo ed al tempo stesso trasparente ed efficace in materia di controlli, attraverso l’utilizzo degli strumenti telematici e l’implementazione e l’aggiornamento delle “banche dati” informatiche; pacchetto integrato dei servizi e consulenza sostenuto nel Psr.
Gen 03