Il capitolo del Rapporto Censis dedicato all’agricoltura valorizza le parole d’ordine (“Imprese, prodotto, territorio, il protagonismo degli agricoltori per una Basilicata competitiva”) che la Cia lucana si è data per la VI assemblea elettiva del sistema confederale. E’ quanto dichiara in una nota Donato Distefano, presidente Cia-Confederazione Italiana Agricoltori.
In uno scenario via via più critico, il rilancio dell’agricoltura – si legge nel Rapporto – passa dalla valorizzazione dei suoi punti di forza e da un riposizionamento verso nicchie di mercato, geografiche e merceologiche, con ampie potenzialità di crescita. D’altra parte, sebbene l’agricoltura italiana sia estremamente frammentata e spesso finalizzata all’autoconsumo, nella parte più dinamica del tessuto imprenditoriale appare crescente l’attenzione ai temi dell’internazionalizzazione, della qualità e della sostenibilità
ambientale, oltre all’affermarsi di tendenze alla diversificazione produttiva. Concordiamo pienamente con la riflessione dei ricercatori del Censis: il sistema agricolo va osservato in un’altra prospettiva, ovvero come un segmento essenziale di una filiera più ampia, ovvero quella agroalimentare, che comprende strutture di tipo industriale dedite alla lavorazione e alla trasformazione dei prodotti. Visto in quest’ottica, dunque, il valore
dell’export è ben più consistente, con un’incidenza dell’8% sul totale delle vendite all’estero: il quinto comparto per presenza sui mercati esteri. A trainare le vendite all’estero sono 21 miliardi di euro provenienti dal cosiddetto made in Italy agroalimentare, ossia, nella definizione dell’Ismea, un paniere di 13 prodotti, sia freschi che trasformati, caratterizzati da forte tipicità, da un diretto legame con il territorio e per i quali l’Italia può godere di vantaggi competitivi legati all’ambiente, ai sistemi produttivi e alle tradizioni locali.
Di qui prende spunto il progetto economico della CIA in Basilicata, attraverso la crescita dell’associazionismo e più solide relazioni con il mercato e le “schede tematiche” dedicate a: il sistema agroalimentare lucano, tra filiere, reti d’impresa, distretti produttivi; il giusto reddito per gli agricoltori, organizzazione dei servizi, mezzi tecnici e sistemi di quotazione; Produzioni Agroalimentare e agricoltura multifunzionale e pluriattiva e la nuova PAC 2014/2020; Agricoltura e Mezzogiorno d’Italia.
E a proposito di Mezzogiorno, il Censis riaccende l’attenzione: forte è l’impressione che da ogni programma politico la questione meridionale sia
stata di fatto derubricata. Eppure, considerare le ultime evoluzioni che hanno riguardato il Meridione forse aiuta a capire dove sono i problemi, ma anche dove si collocano le opportunità per un possibile riscatto. L’analisi degli indicatori di ricchezza, del sistema d’impresa, occupazionali, demografici e sociali, è inequivocabile. In particolare, colpiscono:
– il contributo decrescente alla creazione di ricchezza per il Paese, con l’incidenza del Pil del Mezzogiorno su quello nazionale passata dal 24,3% al 23,4% nel periodo 2007-2012;
– la contrazione della base produttiva, che nel 2013 conta 39.500 imprese in meno rispetto al 2009, tra cui migliaia di aziende agricole e zootecniche;
– le criticità nel mercato del lavoro, con un tasso di occupazione del 42,1% nel secondo trimestre del 2013, a fronte del 55,7% nazionale, e un tasso di disoccupazione che sfiora il 20% (8 punti in più rispetto alla media del Paese);
– un livello di ricchezza pro-capite pari al 57% di quella del Centro-Nord e un’alta concentrazione di famiglie materialmente povere (cioè con difficoltà oggettive ad affrontare spese essenziali o impossibilitate ad affrontare tali spese per mancanza di denaro), pari al 26% di quelle residenti nel Mezzogiorno, a fronte di una media nazionale del 15,7%; in aggiunta, nel Mezzogiorno sono a rischio di povertà 39 famiglie su 100 a fronte di una media nazionale del 24,6%.
Dunque il Mezzogiorno e in esso l’agricoltura del Sud non hanno più tempo e si giocheranno buona parte del loro futuro con la nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020.
Dic 07