Non sarà certamente il decreto che regolamenta l’ingresso in Italia di lavoratori extracomunitari stagionali a risolvere il problema della domanda di manodopera agricola stagionale tenuto conto che la ripartizione della quota lo scorso anno ha consentito in Basilicata l’ingresso in totale di 420 lavoratori extracomunitari (220 per la provincia di Matera e 200 per quella di Potenza), per tutti i settori e quindi non solo per l’agricoltura, quota che sicuramente sarà confermata per il 2013. Lo riferisce il direttore regionale della Cia della Basilicata Luciano Sileo sottolineando che da ieri, 26 marzo, è possibile inviare le domande telematiche per l’assunzione, secondo quanto previsto dal decreto flussi pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale.
Il decreto era molto atteso dalle imprese agricole –evidenzia Sileo – dato che la manodopera straniera rappresenta una componente fondamentale del settore primario, soprattutto in corrispondenza delle grandi raccolte. Oggi sono circa 128 mila i lavoratori extracomunitari occupati nelle campagne del Belpaese: poco più della metà (il 53,8 per cento) è impiegato nella raccolta della frutta e nella vendemmia; un terzo (il 29,9 per cento) nella preparazione e raccolta di pomodoro, ortaggi e tabacco; il 10,6 per cento nelle attività di allevamento; il 3,2 per cento nel florovivaismo e il restante 3,5 per cento in altre attività come l’agriturismo o la vendita dei prodotti.
Va detto, però, che l’iter tecnico-amministrativo previsto dal decreto flussi non ha ancora raggiunto i livelli di snellezza e velocità necessari alle imprese agricole per poter programmare ed effettuare le attività stagionali. Quest’anno -puntualizza il direttore della Cia – devono consolidarsi definitivamente le semplificazioni legislative introdotte nelle procedure, quali il silenzio-assenso e il nulla osta pluriennale, che incentivano i canali strutturali di ingresso al lavoro e la fidelizzazione tra imprese e lavoratori che, in agricoltura, è molto importante. In più, va ulteriormente promosso il ruolo delle organizzazioni professionali che si fanno carico delle richieste di assunzione delle imprese assicurando correttezza e trasparenza.
Secondo i dati più aggiornati, relativi al II trimestre 2012, in Basilicata i lavoratori extracomunitari avviati a lavoro in tutti i comparti sono stati 4960 di cui 697 provenienti da Paesi Africani, ma a conferma che la nostra regione non è molto appetibile per gli stranieri, contestualmente all’avviamento al lavoro, la cessazione dei rapporti di lavoro ha riguardato 4.595 lavoratori di cui 561 di Paesi Africani. Si tratta pertanto di lavoro stagionale che è ridotto per numeri di cittadini extracomunitari impiegati e periodi effettivi di attività.
Per la Cia – sostiene Sileo – dunque in Basilicata più che sui flussi di extracomunitari si deve puntare principalmente su azioni, misure, programmi e progetti in grado di favorire il ricambio generazionale nelle campagne, portando, proprio dove l’allarme è più alto, la questione della potenzialità dell’agricoltura a diventare un vero ammortizzatore sociale, visto che nel 2012 si è rivelato l’unico settore in controtendenza dal punto di vista occupazionale, con un aumento degli addetti pari al 3,6 per cento. Infatti, mentre le possibilità di fare impresa in Italia sono sempre meno, proprio dal settore primario vengono segnali positivi -sottolinea il direttore della Cia- e non solo per il numero dei dipendenti in crescita nello scorso anno, ma anche se guardiamo al capitolo “donne imprenditrici”. Un’occasione imperdibile per i giovani agricoltori – conclude Sileo – è la nuova Pac, da cui ci aspettiamo una strategia robusta e continua di sostegno al ricambio generazionale, punto di partenza per creare un solido sistema di sviluppo e di imprese integrate.
Mar 27