Roberto Cicchetti, presidente ANISAP Basilicata: “I laboratori in possesso di specializzazione in Microbiologia sono certamente in grado di eseguire e garantire i tamponi”. Di seguito la nota integrale.
La fase di ripresa della mobilità interregionale richiede la massima chiarezza e trasparenza in tema di sorveglianza epidemiologica per monitorare quotidianamente ed efficacemente lo stato di diffusione del contagio. Accade, invece, di dover apprendere da notizie di stampa che la delibera approvata dalla giunta in merito alla costituzione della rete dei laboratori Covid in Basilicata, non troverebbe laboratori disponibili in quanto “non in grado di garantire il servizio richiesto”, ovvero la esecuzione dei tamponi per la ricerca del SARS-Cov-2.
Intanto la delibera va nella direzione sollecitata dall’ Associazione Anisap di Basilicata, ovvero accoglie la disponibilità ufficialmente resa con nota inviata il 25 marzo scorso alla Direzione Generale del Dipartimento e poggiata su una precisa e completa ricognizione dei laboratori aderenti Anisap, con relazione sulle dotazioni tecnologiche e relative potenzialità per la effettuazione dei tamponi. Una sorta di puntuale mappatura regionale che definisce il parco tecnologico e professionale del comparto privato accreditato dei laboratori regionali.
La delibera, inoltre, definisce i parametri per entrare a far parte della rete dei laboratori Covid ed una prima procedura formale attraverso cui una struttura con il requisito principale autorizzatorio può fare istanza.
Vogliamo ribadire che i laboratori di Basilicata in possesso di specializzazione in Microbiologia sono certamente in grado di eseguire e garantire i tamponi, anche perché non sono diversi da esami che vengono già eseguiti con la medesima tecnologia in ambito virologico, ma possono farlo se la delibera trova rapidamente la sua piena attuazione a partire dalla notifica ufficiale ai centri ed alla Associazione, e la stessa sia oggetto di confronto sul piano delle procedure tecniche da adottare. Riteniamo che il confronto deve servire a chiarire alcuni punti della stessa delibera per evitare che il delicato meccanismo messo in atto per la fondamentale attuazione della sorveglianza sanitaria possa incepparsi creando problemi.
Sia in provincia di Matera che in quella di Potenza vi sono già oggi strutture che possono erogare questo servizio, ma certamente a fare la differenza sul piano della fattibilità ed in termini di piena operatività, sono i tempi tecnici organizzativi. Le strutture di laboratorio si stanno organizzando anche attraverso forme di rete tra strutture con medesima autorizzazione per dare un contributo efficace alla lotta al Covid-19.
Ma se da un lato si registra una apertura al comparto dei laboratori sul tema dei tamponi, dall’altro si assiste ad un fenomeno alquanto paradossale e pericoloso, ovvero il proliferare di strutture sanitarie sul territorio regionale non autorizzate che pubblicizzano la esecuzione di test sierologici per Covid-19.
E’ il caso di ribadire che i test sierologici ancorchè di tipo rapido non possono essere eseguiti da strutture che non siano laboratori di analisi autorizzati dalla Regione, in quanto trattasi di test ad uso professionale e non di autodiagnosi. Oltretutto ad un esame sierologico corrisponde un referto di analisi che non può essere emesso che dai responsabili dei laboratori di analisi. La facilità di esecuzione del test sierologico rapido non deve in alcun modo significare che lo possa eseguire qualunque operatore professionale ancorchè medico in strutture non autorizzate per l’esercizio di laboratorio di analisi. In questo senso si sollecita il Dipartimento a mostrare la massima attenzione e vigilanza, a normare la materia e a definire protocolli operativi.
Su questo l’Anisap ha proposto una sua procedura basata oltre che sull’esperienza professionale di decenni di attività sul buon senso e nel rispetto di quanto già fatto dalle autorità competenti. Si attende una risposta che tarda ad arrivare.