Cig a Melfi, consigliere regionale Giannino Romaniello (Gruppo Misto – Articolo Uno Mdp): Governo e Regione intervengano a difesa dell’occupazione e degli stabilimenti italiani del Gruppo FCA. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
L’annuncio di un ulteriore periodo di cassa integrazione alla FCA di Melfi ha sorpreso alcuni, ma non noi, che da tempo stiamo chiedendo che il Governo nazionale attivi un tavolo di confronto con aziende e sindacati su due punti precisi: a) politiche industriali e processi d’innovazione su mobilità e comparto automotive; b) piano industriale di FCA, con particolare riferimento al ruolo ed alla missione produttiva degli stabilimenti italiani, a partire da quello di Melfi.
Non sfugge agli addetti ai lavori e ai conoscitori del mercato il dato riguardante la debole presenza di prodotti medio – alti della FCA; una fascia di mercato dove in particolare i tedeschi la fanno da padrone, mentre sulla fascia medio – bassa la concorrenza delle case del Levante sta diventando sempre più aggressiva con vetture che qualitativamente sono migliorate, pur mantenendo prezzi contenuti.
Siamo di fronte nel nostro paese ad un andamento del mercato che continua a crescere. Nei primi dieci mesi del 2017 c’è stato un aumento rispetto allo stesso periodo del 2016 dell’ 8,9% (dati ANFIA), con un incremento delle auto ibride ed elettriche che hanno quasi raddoppiato la quota di mercato dell’anno precedente: un segmento questo destinato ad aumentare la propria quota di mercato nel quale purtroppo FCA fa registrare ritardi enormi nello sviluppo e nella ricerca.
Oltre a ciò va evidenziato che nel mesi di ottobre FCA, pur in presenza di un andamento di mercato in crescita, fa registrare una perdita di quasi l’1% (0.82) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e, pertanto, come evidenziato dai dati ANFIA, per i primi dieci mesi dell’anno 2017 FCA cresce dell’ 8,2% rispetto all’anno precedente, mentre le case straniere crescono del 9,12%. Un segnale preoccupante anche perché nel complesso dei marchi del gruppo, il brand FIAT cresce meno di tutti gli altri. Per fortuna che la Panda e la Lancia Y mantengono i primi posti e sia la 500 che la 500 X difendono le posizioni dell’anno precedente sui primi dieci mesi, mentre ad ottobre 2017 sia Citroen (C3) che Volkswagen (Golf) si prendono il terzo e quarto posto tra le prime dieci vetture togliendole ad FCA.
Come si può vedere da un’analisi più puntuale dei dati, siamo di fronte a ritardi di FCA nella immissione sul mercato di nuovi modelli, a partire dal segmento B (sostituzione della Punto) ma anche per il segmento C, dove la nuova Tipo è già scomparsa nel mese di ottobre fra le prime dieci vetture vendute.
Alla luce di una inversione di tendenza dei dati di vendita del gruppo FCA, bene fanno le sigle sindacali di categoria FIOM – FIM – UILM delle confederazioni CGIL – CISL- UIL a lanciare l’allarme anche per lo stabilimento di Melfi, che pur rimanendo quello più produttivo e con tre vetture in produzione (meglio 2 e mezzo visto l’ andamento della Punto) necessita di assegnazione di un nuovo modello per rafforzarsi e consolidare l’occupazione attuale. A tal riguardo la Regione deve intervenire, unitamente alle altre che hanno stabilimenti di FCA, a sostenere la necessità di un tavolo nazionale sull’automotive e le politiche industriali nel settore ed in campo energetico per evitare che l’industria italiana dell’auto perda definitivamente la scommessa sull’auto del futuro.
Nov 28