“Dobbiamo verificare se il provvedimento del ministro del Lavoro Giuliano Poletti di incremento di 1,72 miliardi di euro della dotazione economica per gli ammortizzatori sociali in deroga, destinati a proteggere i lavoratori dalla crisi e dalla perdita dell’occupazione, è sufficiente a pagare tutti i lavoratori lucani e i lavoratori italiani che sono andati in cassa integrazione e mobilità nel 2013 e se si garantirà tutto il 2014 perché le regole in corsa non si cambiano. Come è necessario verificare il cosiddetto regime transitorio per gestire il passaggio dal vecchio al nuovo meccanismo della cig, limitato al 2014, nel quale sono ammesse specifiche deroghe in ambito nazionale e regionale”. E’ il commento del segretario regionale della Uil Basilicata Carmine Vaccaro sottolineando che “siamo ad una prima risposta della forte mobilitazione sindacale con i presidi davanti al Ministero e alle Prefetture. Intanto, il decreto dovrà essere accompagnato in tempi brevissimi dalla assegnazione ai territori delle risorse per garantire la copertura degli ammortizzatori per tutti i lavoratori e in particolare per quelli che aspettano l’indennità da alcuni mesi di quest’anno. Per ora possiamo dire che è senz’altro positiva l’attribuzione alle Regioni della possibilità di deroghe per la gestione mirata di situazioni particolari che possono essere diversificate fra territorio e territorio e l’introduzione di una differenziazione per i lavoratori di aziende coinvolte in processi di reindustrializzazione rispetto ai tetti di anzianità aziendale introdotti come requisito per poter accedere all’ammortizzatore. Abbiamo affermato un principio: non si può dire a una persona che lavora in un’azienda in crisi, e alla quale serve un anno per ristrutturarsi, che a fine agosto non potrà avere il sussidio perché bisogna ridurre la spesa. Queste regole si cambiano con calma, con gradualità, devono essere socialmente sostenibili e, se lo saranno, noi saremo i primi a dire: “lavoro e sussidi”. Se si pensa, però, di fare cassa con gli ammortizzatori sociali così come si è fatto con le pensioni, allora non passeranno perché centinaia di migliaia di persone non possono restare in mezzo al guado: l’azienda licenza e non c’è lavoro nuovo. Il lavoro che è fatto di occupazione, possibilmente stabile, di formazione, di salario, di riqualificazione, ma è fatto anche di protezione sociale, perché nessuno ha la certezza che quel lavoro ci sarà per sempre e, se succede che un’azienda va in crisi, bisogna garantire una protezione sociale, un sussidio per chi in quel momento soffre, non per colpa sua, la crisi aziendale. Non c’è, quindi, alternativa, tra ammortizzatori sociali, cassa in deroga, mobilità in deroga e l’occupazione. E’ un tutt’uno. Comunque, serve a breve – conclude Vaccaro – un atto d’indirizzo a livello regionale, Giunta-sindacati, che recepisca le novità del decreto”.
Ago 03