Il circolo Legambiente di Matera rivendica una rappresentanza all’interno del consiglio direttivo dell’Ente Parco della Murgia materana, da cui è stato estromesso ormai da 11 anni. Di seguito la nota integrale.
La politica finora è parsa interessata non solo ad occupare tutte le postazioni delle più importanti cariche elettive, a cominciare da quella di presidente, mai attribuita ad un ambientalista fin dalla istituzione del Parco, ma anche a concepire l’Ente come un luogo di scambio di interessi di partito. Se non ha queste mire e se non intende allungare la propria ombra sulla nomina dei due rappresentanti spettanti ad associazioni di protezione ambientale, preferendo sigle e referenti al guinzaglio, lo smentisca con i fatti. Legambiente ha già designato il proprio esperto, nella persona di Teresa Lupo, guida del Parco, ed è pronta a dare il suo contributo di idee e di proposte con senso di responsabilità e competenza, così come ha fatto sempre in tutti i ruoli, stando all’interno o all’esterno del direttivo del Parco.
Non avremmo bisogno di ricordare di essere stati tra i principali attori della legge istitutiva n.349 dell’8 luglio 1996 e di essere stati artefici di una grande mole di attività sul territorio comunale, in difesa dell’ambiente, e quindi anche del Parco della Murgia, per impedire violazioni e aggressioni che avrebbero compromesso le pecurialità di quest’area e le esigenze di tutela e conservazione del suo patrimonio floreale e faunistico, nonchè storico e archeologico lì conservato, obiettivo cardine della legge regionale n.349. Il primo restauro di un affresco rupestre, ubicato nell’abside della Madonna delle Tre Croci, fu supportato non a caso da Legambiente. Da allora il nostro circolo non ha mancato di svolgere la sua azione di volontariato, nell’esclusivo interesse del Parco e nel pieno rispetto della legge istitutiva, con continuità. Temi come quello dell’inquinamento dei torrenti Jesce e Gravina, degli scarichi abusivi di rifiuti, dei controlli sulle emissioni del cementificio di contrada Trasanello o di progetti e iniziative che non si conciliavano con la salvaguardia dell’area ci hanno visto protagonisti di proposte, denunce e battaglie che sono costate anche il pesante fardello di un processo e hanno messo in luce la costante di una gestione del Parco estremamente carente e non finalizzata a perseguire gli obiettivi irrinunciabili della tutela e conservazione dell’habitat rupestre.
L’ultima insidia rappresentata dall’apertura di un ambiguo cantiere del Parco della storia dell’Uomo, condiviso senza alcuna remora dagli attuali gestori dell’Ente, è la testimonianza più eclatante dellaloro distanza dalle buone pratiche a favore dell’ambiente. Su questa emergenza il circolo Legambiente di Matera ha fatto sentire la propria voce e continuerà a chiedere conto dell’impatto che i lavori avranno sul territorio murgiano, dove gli obiettivi dell’accessibilità e dell’incremento di presenze turistiche non possono comportare la svendita del patrimonio naturale dell’area.
Nè può essere sottaciuto il ruolo avuto da Legambiente sul fronte della formazione, avendo contribuito in maniera determinante alla nascita del Centro di educazione ambientale e al reclutamento di volontari che oggi costituiscono un valore aggiunto per la conoscenza e la salvaguardia dell’habitat rupestre.
Di fronte a questo ventaglio di problemi e di rischi ancora attuali Legambiente non si preoccupa di ottenere riconoscimenti, ma anzi si augura di diventare inutile, perché vorrà dire che la cultura ambientalista sarà diventata patrimonio collettivo e sarà entrata a pieno titolo nel governo del territorio. Con queste motivazioni oggi il circolo Legambiente di Matera rivendica con orgoglio e determinazione la nomina del suo rappresentante nel consiglio direttivo dell’Ente Parco della Murgia, nella convinzione di poter contribuire a cambiare in meglio il futuro della sua gestione.
Nella foto il flash mob di Legambiente per i lavori in corso del Parco della Storia dell’Uomo nel Parco della Murgia materana