Secondo il sindacato, in una regione in cui un quarto dei residenti non usa internet, il processo di digitalizzazione di molti servizi rischia di escludere una parte rilevante della popolazione lucana. Dallo SPID per il bonus gas all’APP per il trasporto pubblico di Potenza, è sempre più necessario investire sulla formazione delle competenze.
“Il necessario processo di digitalizzazione imposto anche dall’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza rischia di escludere una buona parte della popolazione lucana, in particolare quella anziana, dalla fruizione di servizi essenziali». A lanciare l’allarme è la Cisl Basilicata che ha fatto una radiografia della situazione elaborando i dati Istat più recenti (2020 e 2021) su accesso e uso della rete nella nostra regione. Dati che il sindacato considera «preoccupanti in quanto disegnano una situazione caratterizzata da forti squilibri e disuguaglianze sociali”.
Dallo studio su scala nazionale emerge che nella classe di età 65-74 anni il 41,9 per cento non usa internet, percentuale che sale al 78,6 se si considera la classe di età successiva, fatta di persone con 75 anni e più. In generale, un quarto della popolazione lucana non utilizza la rete.
La regione del «computer in ogni casa» – misura varata nei primi anni Duemila – si conferma fanalino di coda, insieme alla Calabria, anche nella classifica nazionale delle connessioni casalinghe a internet: ne hanno una il 69,2 per cento delle famiglie lucane, ben 10 punti in meno della media nazionale (79,0%), e al di sotto anche della media delle regioni del Sud (74,1%). Più di 6 famiglie su 10 senza internet a casa dichiarano di non avere una connessione perché nessuno dei componenti del nucleo familiare sa utilizzare internet. La regione si posiziona nella parte bassa della classifica anche per quanto riguarda l’interazione digitale con la pubblica amministrazione.
Insomma, se imprese e pubbliche amministrazioni diventano sempre più digitali, lo stesso non si può dire per una parte rilevante della popolazione lucana, certamente non di quella più anziana e fragile, che rischia di restare tagliata fuori da fondamentali servizi di cittadinanza. Situazione destinata ad aggravarsi, secondo la Cisl, senza un massiccio intervento educativo per ridurre il divario digitale: «La necessità di avere lo SPID per accedere alla misura del bonus gas, ma anche l’APP del nuovo gestore del trasporto urbano di Potenza, fino al progressivo depauperamento dei presidi bancari, sempre più sostituiti dai servizi on line, impongono di porre il tema del digital divide al centro dell’agenda politica regionale», spiega il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo.
«Da tempo – continua il segretario della Cisl – raccomandiamo di svolgere percorsi formativi sul digitale, anche per gli anziani che sono una parte preponderante della popolazione lucana e che più di tutti sono esclusi di fatto dai processi di digitalizzazione, ormai pervasivi in ogni ambito: dalla sanità, ai trasporti, ai servizi bancari, ai rapporti con la pubblica amministrazione. Sempre più frequentemente questo si traduce in una esclusione dall’accesso ai servizi, una rinuncia alle cure, una rinuncia alla possibilità di usufruire di servizi. Parallelamente, per la fascia di anziani più in difficoltà, chiediamo che si creino in ogni comune lucano dei punti di assistenza per anziani che devono svolgere adempimenti o usufruire di servizi in maniera digitale. Infine, riteniamo necessario che nella programmazione degli interventi di accesso ai servizi, pur a fronte della necessaria digitalizzazione, si tenga conto dei soggetti fragili e in difficoltà che molto spesso non sono raggiunti neanche dalle informazioni», conclude Cavallo.