“L’incertezza fa male ai mercati. La divisione dell’Italia a zone, le limitazioni nei movimenti e le conseguenti restrizioni, l’Horeca praticamente ferma, i grossisti che non fanno scorte creano, inevitabilmente, ripercussioni sui consumi e sui mercati delle clementine, un prodotto ‘Made in Italy’ di eccellenza”. Questa la situazione fotografata da Confagricoltura in occasione della campagna di raccolta delle clementine, che vedrà il suo culmine tra novembre e dicembre.
Frutto invernale, molto amato per le sue caratteristiche: è senza semi e facile da sbucciare, oltre che ricco di vitamina C, importantissimo per alzare le difese immunitarie. Le clementine sono un prodotto caratteristico delle nostre regioni meridionali: con la Calabria al primo posto, seguita da Puglia, Sicilia e Basilicata. L’Italia è la seconda produttrice europea, con oltre 600.000 tonnellate, una superficie dedicata che supera i 25.000 ettari e un valore della produzione di oltre 170 milioni di euro (di cui un quarto è rappresentato dall’export).
“Bene – conclude Confagricoltura – la campagna promossa dall’Organizzazione Interprofessionale del settore ortofrutticolo nazionale, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, che potrebbe dare una spinta ai consumi, non ancora decollati pienamente. I produttori auspicano che il mercato non sia compromesso dalle misure imposte dalle restrizioni per la pandemia e chiedono, infine, maggiore attenzione e controlli sui prodotti importati, i cui metodi di produzione vanno assolutamente armonizzati con quelli italiani”.