Per un milione e mezzo di imprese avere credito è una chimera
I risultati di un’indagine della SWG per la Cna. La stretta creditizia è forte per il 78% degli intervistati. La situazione è peggiore anche rispetto al periodo nero del 2008. Un terzo delle imprese ha avuto difficoltà ad accedere a mutui, finanziamenti e fidi.
Farsi concedere un prestito o aprire una linea di credito è una chimera per una parte consistente delle piccole e medie imprese italiane, ovvero di quei 4 milioni e 100 mila imprenditori che rappresentano il 95,3% dell´universo delle imprese italiane. La stretta è stata decisamente forte, se oltre un milione e mezzo di imprenditori dichiara di aver avuto difficoltà ad accedere al credito. Quasi otto intervistati su dieci, inoltre, guardano con preoccupazione al rapporto con le banche attuale e, per la maggioranza degli intervistati, nei prossimi mesi la situazione peggiorerà ulteriormente. Questo il ritratto a tinte fosche del rapporto tra le banche e le imprese di piccole e medie dimensioni, in base all´indagine realizzata dall´Istituto SWG per la Cna.
Vita dura per la stragrande maggioranza degli imprenditori italiani. Il 78% delle piccole e medie imprese ritiene la stretta creditizia attuale decisamente peggiore rispetto a quella già nera del 2008 e 2009. A dimostrarsi in apprensione sono gli imprenditori di tutte le aree del paese, con punte acute al Sud Italia (83%) e tra coloro che operano nelle costruzioni (82%). Le difficoltà, inoltre, sembrano essere più evidenti per le micro imprese con un numero di dipendenti che va da 1 a 9 (situazione più grave per il 79%).
Il dato non è solo percettivo. Nell´esperienza quotidiana e reale un milione e mezzo di imprenditori – pari al 35% del totale delle imprese sotto i 50 dipendenti – denuncia di aver avuto forti o consistenti difficoltà di accesso al credito. Situazione particolarmente complessa per coloro che hanno un´azienda al Sud, per le imprese di costruzioni e per quelle che aspettano fatture dalla Pubblica Amministrazione con scadenza oltre i 60 giorni.
I criteri applicati per la concessione dei crediti o per l´apertura di linee di credito si sono notevolmente irrigiditi secondo il 56% degli imprenditori. Anche in questo caso le condizioni più aspre sono quelle evidenziate da chi vive nel Mezzogiorno (66%) e da chi ha un´impresa di costruzioni (70%), mentre le banche sembrano aver avuto un atteggiamento un po´ più morbido, ma comunque non accomodante, con chi lavora nella Pubblica Amministrazione (la sottolineaura dell´irrigidimento si ferma al 41%).
Le previsioni per il futuro sono nere, anzi nerissime. Poche le speranze di miglioramento. Anzi, nella maggioranza degli intervistati (58%), è netta la previsione di un peggioramento dei rapporti con le banche. Da un punto di vista di dimensione aziendale, il futuro sembra essere particolarmente critico per le aziende medie (20-49 addetti) e per le micro-imprese.
I risultati di questa indagine – afferma Giovanni Coretti Presidente regionale CNA – nonfanno altro che confermare quello che sosteniamo da tempo ovvero che gli Istituti bancari stanno chiudendo i rubinetti del credito e questo anche di fronte a richieste da parte delle aziende che prevedano nuovi investimenti con conseguente sviluppo ed occupazione.
Siamo molto preoccupati – continua Leo Montemurro segretario regionale CNA – di quello che sta accadendo; di qui l’appello alla Regione Basilicata ad intervenire urgentemente con nuovi e cospicui interventi di ricapitalizzazione dei Consorzi Fidi regionali atteso che in questi ultimi tre anni il rapporto banche/imprese sarebbe stato ancora peggiore se i Consorzi non avessero dispiegato tutta la loro forza e capacità operativa nel continuare a garantire, in termini anche maggiori rispetto agli anni precedenti, le richieste di finanziamento delle imprese nei confronti del mondo bancario.