LA CNA FITA AUDITA IN COMMISSIONE AMBIENTE ALLA CAMERA PROPONE LA SOSPENSIONE DEL SISTRI IN ATTESA CHE SI POSSA MODIFICARE L’INTERO IMPIANTO LEGISLATIVO
Cinzia Franchini, Presidente CNA Fita, in audizione la scorsa settimana all’ottava Commissione Ambiente della Camera ha ribadito che, pur condividendo la necessità di ottenere un sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi che restituisca trasparenza e legalità ad un settore vitale per l’economia del paese, non vuole avanzare richieste di ulteriori proroghe, ma una sospensione del Sistri che consenta di ridefinire contenuti, procedure e costi per renderlo realmente efficace ed efficiente.
“La norma che ha reintrodotto il Sistri prevede – ha riferito Cinzia Franchini – l’emanazione di una serie di misure attraverso l’introduzione di ulteriori decreti ministeriali. È nostro auspicio – ha ribadito la Franchini – che in tali decreti si possano trovare le condizioni per dare soddisfazione alle aspettative delle imprese”.
La CNA-Fita nell’attesa di verificare che le sue richieste vengano recepite dal legislatore si dice pronta all’azione legale collettiva per risarcire le imprese che hanno sin qui pagato il contributo annuale per non avere alcun servizio. La proposta dell’associazione è molto semplice: rimborso diretto delle somme pagate tramite anche il credito d’imposta.
“Se non avremo risposte in primis sul rimborso e poi sul resto delle nostre richieste – ha affermato Cinzia Franchini – la nostra associazione è pronta a dichiarare uno stato di agitazione dei suoi iscritti e procederà ad una azione legale collettiva. Anche per questo – ha specificato il presidente della CNA-Fita – ho richiesto di essere ascoltata in Commissione e altrettanto mi auguro possa accadere con il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Ritengo ragionevoli e sensate le nostre richieste e mi auguro che con il dialogo si arrivi tempestivamente a porre rimedio a questo spiacevole e pesante empasse”.
Nel dettaglio qui di seguito le richieste avanzate dalla CNA Fita:
1. tracciabilità limitata ai soli rifiuti pericolosi così come prevede la direttiva europea (art. 17 della Dir. 2008/98/CE) evitando che il sistema sia esteso indiscriminatamente a tutti i trasporti di rifiuti;
2. Il Sistri deve necessariamente essere esteso ai vettori esteri al fine di non porre le imprese italiane in una condizione svantaggiata e rendere evanescenti gli obiettivi perseguiti dal sistema;
3. estendere anche ai veicoli adibiti al trasporto di merci in conto proprio l’operatività del Sistri. Appare infatti paradossale che ricorra l’obbligo di tracciabilità di un trasporto C/Terzi di rifiuti non pericolosi mentre del materiale tossico o radioattivo possa viaggiare su mezzi adibiti al trasporto di merci in conto proprio senza alcun controllo.
4. il trasporto è la fase che subisce maggiormente la complessità del sistema: l’autotrasportatore deve confrontarsi e, a volte sostituirsi, con tutti i soggetti coinvolti nella filiera : con il produttore, con chi effettua lo stoccaggio ed il trattamento del rifiuto. Proprio a seguito di questa articolata attività, sarebbe opportuno prevedere una specifica semplificazione delle procedure per la figura dell’autotrasportatore;
5. prevedere tempi e modi per effettuare la necessaria attività formativa, facendo in modo che il costo non ricada sulle imprese: impegnando, ad esempio, le Camere di Commercio a svolgere attività di formazione;
6. E’ necessaria semplificare le procedure operative del Sistri. Occorre ridurre il numero delle operazioni per ciascuna fase di gestione del rifiuto ed individuare soluzioni tecniche più semplici e che riducano i tempi di utilizzo. E’ fondamentale eliminare l’obbligo di utilizzo della chiavetta USB sostituendo le attuali procedure con un sistema di accesso mediante user-name e password.
7. non prevedere nessun test o sperimentazione prima di aver emanato una decreto di semplificazione dell’attuale norma: in caso contrario si assisterebbe ad una sterile duplicazione delle prove già sostenute;
8. l’entrata in operatività per le micro imprese sia individuata solo dopo che una serie di procedure tecniche sia stata completata – compreso il decreto ministeriale che individua le tipologie escluse e comunque non prima del 31.12.2012;
9. La legge di conversione prevede che vengano individuate specifiche tipologie di rifiuti, alle quali in considerazione della quantità e dell’assenza di specifiche caratteristiche di criticità ambientale, siano applicate le procedure previste per i rifiuti speciali non pericolosi. Proponiamo che l’esclusione dal Sistri (adesione volontaria) avvenga sulla base di almeno uno dei seguenti criteri:
– criterio quantitativo (valido per tutte le imprese);
– criterio qualitativo:valido per alcune categorie di micro-imprese.
10. Ricommisurazione dell’apparato sanzionatorio.