È’ lo Stato l’unico responsabile di questa spirale perversa che sta uccidendo le imprese: i mancati pagamenti prima causa dei fallimenti, della cannobalizzazione tra le imprese e dell’aumento della criminalità.
La regola numero uno e’ diventata primum vivere, seguita da mors tua vita mea. Il primo soggetto ad applicare queste regole e’ lo Stato cui seguono gli imprenditori nei rapporti con i propri colleghi.
Questo e’ quanto afferma Leo Montemurro Segretario Cna.Infatti non paga più nessuno, o quasi. Almeno nei tempi e nelle forme stabilite. Si firmano i contratti ma è sempre più difficile farli rispettare. Non solo con la Pubblica amministrazione, ma anche tra le imprese private. A maggior ragione se si tratta di Pmi. Piu’ del 50 per cento degli imprenditori oggetto di una recente indagine hanno dichiarato di non aver onorato almeno un contratto nell’ultimo anno. E il 70% ritengono ‘probabile’ che possano essere costrette a farlo nel prossimo anno. Quasi tutte, nove su dieci, hanno fatto almeno una transazione, nei panni del creditore o del debitore, per risolvere un contenzioso altrimenti destinato alle vie giudiziarie. La crisi, in sostanza, ha reso quasi una prassi il ritardato o addirittura mancato pagamento tra le imprese, abbassando in maniera sensibile il tasso di affidabilità piena dei contratti che, secondo i dati raccolti, è sceso intorno al 40%.
Lo schema che si ripete, in tutti i settori, è ormai lo stesso da tempo. Si tratta per una fornitura, si trova il punto di incontro fra domanda e offerta, si fissa il prezzo e si stipula il contratto. Il pagamento è già previsto dilazionato nel tempo, quasi sempre a rate. Ma quando arriva la scadenza manca la liquidità e l’insolvenza, almeno temporanea, è quasi automatica. A quel punto parte la ricerca di una mediazione, che possa evitare di finire in tribunale. Anche perché i tempi della gestione in questo caso diventano quasi sempre incompatibili con una corretta gestione aziendale. Ma le proposte nella maggior parte dei casi sono irricevibili ed indecenti.
Una impresa nostra associata, continua Montemurro, ci ha comunicato della proposta di una P.a. del comparto sanità che a fronte di un debito nei confronti dell’impresa di oltre 100.000,00 euro ha proposto una transazione a 18.000,00 euro, roba da vergognarsi. Gli autori di tali proposte dovrebbero essere allontanati con infamia dai propri posti di lavoro visto e considerato come operano nell’interesse pubblico.
I debiti nei rapporti tra imprese sono difficilmente calcolabili ma sono comunque in aumento visto la riduzione del numero delle imprese che pagano con regolarità i propri debiti commerciali nei confronti di altre imprese.
Ma tornando ai debiti della PA nei confronti delle impose autorevoli studi affermano come più di un terzo dei fallimenti aziendali verificatisi nel periodo 2008/2012 sia ascrivibile ai mancati pagamenti; oltre 15000 imprese sono state costrette a portare i libri in Tribunale solo perché i loro principali committenti erano Amministrazioni Pubbliche; questi “delitti” di. Stato non sono più tollerabili ed accettabili. Bisogna da subito fare qualcosa di concreto; basta con la politica degli annunci atteso che è’ stato anche dimostrato come l’attuale situazione favorisca l’aumento di taluni reati tipo i furti. E’ ora, conclude, Montemurro di finirla con la politica degli annunci e di fare qualcosa di concreto ed immediato per evitare la chiusura di altre migliaia di imprese.