COBAS del Lavoro Privato: “Trova la soluzione: nei siti italiani della Natuzzi Spa c’è poco lavoro per cui si dichiarano gli esuberi oppure c’è molto lavoro, tanto da presentare un sistema premiale per recuperare il ritardo nella consegna degli ordini?”. Di seguito la nota integrale.
La Natuzzi Spa attualmente conta quasi 500 addetti, su una forza lavoro complessiva di circa 2 mila, fuori dai cicli produttivi, in quanto l’azienda li considera esuberi all’interno dell’area salotto e, dunque, in attesa di riprendere il percorso riqualificante, per lavorazioni in merito alla componentistica occorrente alla produzione dei divani.
Sennonché, ai lavoratori dell’area salotto viene richiesta la prestazione anche il sabato e considerato che, nonostante si lavori oltre le 40 ore contrattuali, non si riesce a soddisfare le commesse dei mercati, l’azienda sta elaborando un nuovo sistema premiale, idoneo a recuperare i ritardi che si registrano nella consegna degli ordini provenienti dai clienti.
Si potrebbe definire questa situazione paradossale, se non fosse che le gestioni paradossali alla Natuzzi Spa sono così ricorrenti, da diventare ordinari. Tuttavia, la Natuzzi non può pretendere che la collettività accetti il suo essere sui generis e si adegui, bensì è la Natuzzi che si deve adeguare alle leggi che vigono nella società in cui opera e le norme etiche e civiche che il buon senso pretende si rispettino. Purtroppo, questo suo modo di fare spesso porta a scontri con il sindacato, in particolar modo con quello di base, e anche a contenziosi giuridici, che si concludono quasi sempre con sentenze a sfavore dell’industria santermana. Il 28 giugno 2018 (data di incontro al Ministero dello Sviluppo Economico per la sottoscrizione dell’ultimo Piano industriale) la Natuzzi Spa lamentava un esborso ammontante a 13,5 milioni di euro per ricorsi legali persi e questa cifra è senz’altro da rivedere al rialzo, date le sentenze e le transazioni che sono seguiti sino ad oggi.
Pertanto, Cobas-Lavoro Privato rivolge un ennesimo appello alla Natuzzi nell’applicare un principio di semplice razionalità, ossia: se negli ultimi mesi il lavoro è aumentato, si devono richiamare in produzione gli addetti attualmente in Cassa integrazione. Una gestione del personale più ragionevole porterebbe anche alla diminuzioni dei costi, obiettivo che Natuzzi da tempo annuncia di voler raggiungere e che potrebbe farlo non costringendo i lavoratori a rivolgersi alla magistratura per il rispetto dei loro diritti.