Usb: “Ulteriore passo verso esuberi zero alla Natuzzi Spa”. Di seguito la nota integrale inviata da Felice Di Leo per Cobas-Lavoro Privato
Mercoledì 30 settembre 2020 si sono incontrati i rappresentanti di Natuzzi Spa, OO.SS. e Rsu, in teleconferenza, in attesa della convocazione della Cabina di Regia da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.
La Natuzzi ha illustrato lo status commerciale del gruppo, esponendo una realtà in totale controtendenza rispetto al trascorso breve-medio periodo e all’attuale andamento produttivo globale. Infatti, si registra un picco di ordini, come non si vedeva da diverso tempo e questo determina il richiamo in produzione di maestranze sospese in Cassa integrazione. Nei prossimi giorni rientreranno circa 40 unità.
Tuttavia, la situazione non è ancora tale da poter accantonare definitivamente il ricorso agli ammortizzatori sociali. Seppur per un numero ridotto rispetto alla prima tranche, saranno richieste altre settimane di Cassa integrazione ordinaria causale Covid, fino alla penultima settimana di ottobre, poi si valuterà il dafarsi insieme alle parti sociali. Gli interessati riprenderanno comunque il percorso di riqualificazione dal prossimo 19 ottobre, attraverso la formazione on the jobs presso il sito di Ginosa.
Cobas del Lavoro e Privato, naturalmente, ha appreso favorevolmente la relazione della Natuzzi Spa e si è resa disponibile a dare il proprio contributo affinché i segnali positivi provenienti dai mercati siano colti e le commesse soddisfatte in tempi ragionevoli, ritenendo indispensabile individuare soluzioni congiunte tra tutti i soggetti sindacali presenti in azienda. Tuttavia, ha rivendicato il coinvolgimento di tutti i dipendenti che manifestano la volontà e necessità di rientrare a lavoro, così da poter superare il senso di esclusione e emarginazione che affligge tuttora molti lavoratori. Inoltre, ha richiesto l’individuazione di meccanismi premiali, affinché gli utili derivanti dal maggior flusso di ordini siano redistribuiti all’intera forza lavoro.
Quanto sin qui esposto dimostra che l’accordo del 28 giugno 2018 era da sottoscrivere e i risultati cominciano ad essere evidenti, a differenza delle intese stipulate in precedenza che sono completamente fallite, semplicemente perché non condivise dai lavoratori.
La guardia resta sempre alta. Si deve arrivare entro il 2021 all’obiettivo esuberi zero, con tutti i dipendenti in produzione, accantonando una volta per tutte l’uso degli ammortizzatori sociali.